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Con Proietti mattatore i Vanzina puntano sul cine-ombrellone

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E lo fanno con il cine-ombrellone (detto anche cine-melone o cine-cocomero), equivalente estivo del cine-panettone, che promette risate al pubblico, nella consapevolezza del rischio dell'operazione in un momento in cui il box office è in netto calo. Ma i due autori ci credono troppo in questo film, "Un'estate al mare", dedicato a Dino Risi, prodotto da Medusa con 5 milioni di euro e da venerdì in 700 sale. La pellicola è articolata in 7 episodi che guardano ai classici della commedia all'italiana, non ultimo a quel capolavoro del '63 di Risi, intitolato "I mostri". Si comincia con Lino Banfi e Victoria Silvstedt in "Il conte di Montecristo", per passare alla "Saracinesca" con Massimo Ceccherini e Marisa Jara, girato a Forte dei Marmi, e al "Traffico sulla Pontina" con Nancy Brilli e Enrico Brignano. Per finire con "Il giovedì", citazione del film omonimo di Risi del 1964 interpretato da Walter Chiari, con Enzo Salvi; mentre la trama di "ExraLarge", con Anna Falchi e Ezio Greggio, ricorda "Racconti d'estate" di Gianni Franciolini con Alberto Sordi; e a Capri si svolge invece "L'isola dell'amore" con Biagio Izzo e Alena Seredova. Ma il bello di questo film arriva con l'episodio finale, "La signora delle camelie", girato a Porto Rotondo con un grande Gigi Proietti, che è anche la voce narrante del film. Stavolta veste i panni di un doppiatore che si ritrova a vivere la grande occasione della sua vita: gli offrono di sostituire, a lui che è totalmente smemorato, un grande attore (Maurizio Micheli) in una prestigiosa piece alla presenza di tante autorità. Sarà un disastro. L'episodio è liberamente ispirato a uno sketch di Dino Verde che fa parte del repertorio teatrale dell'attore romano. «È la prova che la farsa su cui è basato questo episodio - ha spiegato Proietti - funziona anche al cinema. Ovvero che un certo tipo di teatro comico può funzionare sul grande schermo. Come nel film, mi è capitato un paio di volte di perdere la memoria mentre recitavo in teatro e allora ho improvvisato. Non credo che il dialetto romano sia volgare, la volgarità è soggettiva, dipende dalle epoche e dalle circostanze. È un'accusa strumentale quella che a volte viene fatta a certa romanità e che proviene molto spesso dal Nord Italia, in particolare da certi politici più che dalla tv. E non mi fate dire da che pulpiti arrivano queste cose. Leggo sui giornali che ora a Roma vogliono togliere la Notte Bianca e non si sa bene che fine farà l'Estate romana: non vorrei che per essere troppo rigorosi si spegnesse la città, staremo a vedere. Io per fortuna non faccio parte dello spoil-system e ho davvero poco da temere». Tra i suoi progetti, oltre a continuare un sodalizio cinematografico con i Vanzina, Proietti pensa pure alla tv e non esclude che si possa rifare "Il maresciallo Rocca": «In realtà mi chiedono in molti di indossare di nuovo la divisa del maresciallo, ma andrebbe riscritto come ha fatto Laura Toscano per gli ultimi episodi. Il fatto è che dopo Rocca sono arrivate mille fiction su carabinieri, finanzieri e similari, così si è inflazionato tutto. Per la tv ho comunque diversi progetti e non si creda che ne ho fatta tanta come sembra. Ad esempio, nel caso Rocca ci sono stati solo 28 appuntamenti in 12 anni». Per Enrico Vanzina «in questo film si respira la stessa aria di leggero cinismo delle commedie di Risi, che resta sempre per noi un maestro inarrivabile e anche sicuramente un secondo padre. Questa estate credo che per gli italiani sia giunta l'ora di assumersi le proprie responsabilità: pochi soldi da spendere e tante riflessioni da fare, perché i problemi del Paese, tra rifiuti, crollo economico e culturale, dipendono anche da tutti noi».

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