Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

GRANDE GROSSO E...VERDONE, di e con Carlo Verdone, e con ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Tre episodi, o meglio, come egli stesso ci chiede di definirli, tre film in cui le caratteristiche dei personaggi di allora, modificate anche da età più mature e da contesti sociali furbescamente dettati da quelli di oggi, si ripropongono con varianti più ghiotte e un dominio persino più sicuro delle costruzioni narrative che li sostengono (scritte come sempre da Verdone con Piero De Bernardi, il suo felicissimo complice). Il "candido", oggi lo incontriamo vestito da boy scout, con moglie e figli vestiti come lui, pronto a partire per un grande raduno. Ma, improvvisamente, gli muore la madre, in casa loro; ne seguono peripezie coloratissime che, nonostante l'argomento solleciti mestizie, consente a Verdone di crearvi al centro un carattere fra il timido, il goffo e il maldestro, tra un fiorire continuo dei contrattempi più inattesi. Ecco poi il professore. In casa e all'università è un tiranno quasi demoniaco, ai danni soprattutto di un figlio ventenne cui vorrebbe imporre regole strambe, ma nel suo privato segretissimo è un vizioso erotomane che frequenta prostitute da strada, sempre però all'insegna dell'ipocrisia più vistosa. Una "maschera" dai segni molto accentati che Verdone indossa con viscido sussiego. Una delle sue creazioni maggiori. Non è da meno la terza, quella di un arricchito volgarissimo (il coatto di una volta) che con un figlio interessato solo al calcio e una moglie che si finge un po' snob, cerca di risistemare i suoi problemi familiari con una vacanza in Sicilia, in un albergo di lusso, dove tutto svela la sua totale estraneità. Nel più scoperto e pittoresco dei modi. Permettendo a Verdone una caricatura del personaggio che, ad ogni svolta, provoca risate irrefrenabili, senza mai perdere però la misura del buon gusto anche quando deve esibire rozzezze e volgarità. Con l'ausilio, qui, di una Claudia Gerini che, con la stessa vivacità di un tempo, gli fa nuovamente da spalla. Un "festival Verdone", perciò. Con un ritorno apprezzabile alle belle doti dei suoi momenti migliori, ma con accenti più consci e, ovviamente, con più consumato mestiere. Lodi senza riserve, applausi e, da domani, un successo che spazzerà ogni record.

Dai blog