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Joe Strummer, una biografia che ha il sapore del romanzo

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Il personaggio cui adesso si rivolge è un divo inglese del rock'n'roll, Joe Strummer, che, morto a cinquant'anni nel 2002, ha guidato con impeti e furori geniali, un gruppo detto "The Clash" che, specie nei paesi anglosassoni, si era conquistato, grazie a lui, delle vette quasi mitiche. Anche sul piano culturale e sociale, con posizioni, spesso, di forte impegno politico, a cominciare da un celebre concerto nel 1978 a Londra dedicato alla lotta contro ogni razzismo. Temple, negli ultimi dieci anni di vita di Strummer, gli era diventato molto amico, così questa sua biografia ha potuto arricchirla anche con documenti privati e inediti -filmini amatoriali, schizzi a colori o in bianco e nero, disegni animati- che illustrano da vicino, e quasi in modo autobiografico, la sua infanzia e la sua adolescenza, completando poi il quadro con un ampio repertorio delle sue esibizioni e con una serie di incontri con personalità, non solo nel campo della musica (c'è perfino Martin Scorsese) che lo avevano conosciuto, qualcuno anche collaborando con lui. Un montaggio perfetto amalgama tutti questi elementi con una tale immediatezza che sembrano, ciascuno, realizzati solo in occasione del film (immagini, luci, attenzione alle inquadrature, dai primi piani ai campi lunghi) e con la singolarità, coinvolgente e suggestiva, che quasi tutti gli incontri-interviste son rappresentati di fronte a dei falò, in omaggio a quelle assemblee che Strummer, battezzandole "Strummerville", era solito tenere di notte, in mezzo a fuochi, conversando con amici e colleghi su argomenti non solo musicali ma anche ascetici. Anche chi prima non sapeva nulla di Strummer, né della sua musica, non tarda, grazie alle virtù di un cinema sapientemente organizzato, a incontrare, come dal vivo un personaggio. Comprendendo, forse, anche il suo mito.

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