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Nanni si spoglia e pretende dalla stampa che pensi solo al film

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Che diamine, noi credevamo che la rivoluzione volesse dire scendere in piazza, cantare l'Internazionale, e subire le cariche della cavalleria zarista. Nulla di più sbagliato, il crollo del Muro di Berlino ha cambiato tante, e forse troppe cose, la rivoluzione si fa, più semplicemente, con un atto sessuale di un certo tipo. Moretti giudica comunque quella scena come "molto riuscita". E bene inteso c'è il precedente di Marlon Brando nel film "L'ultimo tango a Parigi". Ma, a parte il fatto che tra Moretti e Brando come uomini e come attori c'è una certa differenza, quella scena nel film: "Caos calmo" ci sembra francamente inutile. Sorprendenti anche le dichiarazioni della signora Isabella Ferrari (che nel film subisce le "attenzioni" di Moretti) che da un lato ha paura che quella scena finisca davanti agli occhi di un bambino (nel caso su "YouTube" dove la scena, per vie in apparenza misteriose, è finita). E per altro verso afferma che lei e Moretti stesso, di minuto in minuto, correvano a vedere i provini per essere sicuri che non ci fosse "qualcosa di volgare". Però! Verrebbe fatto di dire che, tra un mazzo di rose rosse e un certo modo di comportarsi a letto la signora in questione non faccia nessuna differenza, semmai tenendo presente che le rose costano di più. Gli anni sono passati, e i costumi sono sicuramente cambiati. Se però talune cose si sono dimenticate, non significa che fossero negative. Vuol dire piuttosto che camminiamo su una lastra di ghiaccio molto sottile. E allora attenzione a non cadere di sotto. Guardiamoci attorno. Il sesso trasuda dai manifesti, dalla pubblicità televisiva e non, invade le copertine delle riviste a grande tiratura (anche di quelle testate che un tempo prediligevano le inchieste), il piacere di mostrarsi come mamma le ha fatte dilaga fra attrici giovanissime, giovani e perfino anziane. A che pro? Nanni Moretti era stato prevalentemente regista e attore di pellicole che riguardavano la politica italiana. E fin qui poteva anche avere delle ragioni per dire quello che diceva. Con la Seconda Repubblica ha cambiato registro. Ma, siccome continua a essere un personaggio al quale, in primo luogo, piace stupire, ha cercato altre vie di fuga. Solo che, a nostro avviso, si tratta di scelte e di strade sbagliate. Se Moretti diventa anch'egli uomo del sistema, si può dire soltanto che questa potrebbe essere la sua fine come esponente di una certa cultura. Quella che arriva alla critica, ma non la sa superare proponendo qualcosa di migliore e di diverso. Eppure anche questa Seconda Repubblica di motivi di riflessione, di limiti, di difetti, da condannare ne avrebbe, e parecchi. Lo sanno quei milioni di italiani che si agitano sotto il tallone di ferro di tantissime scelte sbagliate. Moretti si diverte in altro modo. Ma la sua lezione, ammesso che lo sia mai stata, non può in assoluto essere la nostra.

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