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Antonio Angeli [email protected] Una beatificazione ...

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Per celebrarlo 8 mila fedeli affolleranno lo Sporting Village, dove si svolgerà la manifestazione. Saranno presenti oltre 300 sacerdoti, in più 350 volontari offriranno il loro servizio. Le misure di sicurezza, visto anche l'arrivo di tanti politici, saranno enormi. Tutto per Antonio Rosmini, modesto sacerdote di Rovereto, amico di Alessandro Manzoni, che, in vita, finì tra le (poco) amorevoli braccia dell'Inquisizione che mise all'indice quei testi che oggi tutti riconoscono come anticipatori dei tempi moderni. Rosmini fu grande e come tutti i grandi fu soprattutto un semplice. Dedicò buona parte della sua vita all'analisi dei mali della Chiesa (non serviva un cannocchiale per vederli): «la divisione del popolo dal clero nel pubblico culto», «la insufficiente educazione del clero», «la disunione dei vescovi», «la nomina dei vescovi abbandonata al potere del clero» e «la servitù dei beni ecclesiastici». Ma non si limitò alle contestazioni alla vita «quotidiana» della Chiesa. Parlò di «peccato» e «colpa» suscitando sospetti tra i rigorosi osservanti della Compagnia di Gesù che, contro di lui, diedero subito alle stampe scritti che ne sminuivano la figura e la portata. Nell'anno dei grandi sconvolgimenti politici, il 1848, il suo entusiasmo per le nascenti democrazie liberali scatenò il panico fra coloro che vedevano nella dottrina di Rosmini il pericolo per uno stravolgimento del dogma cattolico e il tentativo di introdurre la «democrazia» nella Chiesa. La cerimonia, oggi, viene celebrata a 210 anni dalla nascita del teologo, nel giorno in cui Rosmini, nel 1832, iniziò la stesura della sua opera più rappresentativa: «Delle Cinque piaghe della Santa Chiesa», quella che lo inguaiò con il Sant'Uffizio. Rosmini era stato chiamato a Roma da Pio IX, che lo voleva cardinale e nuovo segretario di Stato, ma nel 1848, obbligato dall'avvento della Repubblica Romana a rifugiarsi a Gaeta, non potè realizzare quel progetto. Nello stesso anno Rosmini pubblicò quelle «Cinque piaghe della Chiesa», condannato dal Sant'Uffizio nel 1849 per le sue tesi di riforma sociale ed ecclesiale e rivalutato nel 1967 sotto Paolo VI. Dopo le accuse contro le sue dottrine di poca «ortodossia» e la messa all'indice di due sue opere (l'altra era «Il socialismo e il comunismo»), Rosmini nel 1849 si ritirò a Stresa, dove continuò la sua opera di scrittore. La causa di beatificazione, dopo molti anni di incertezze legate alle sue posizioni teologiche, aveva subito un'accelerazione il 21 marzo 1998 con la chiusura, a Novara, del processo diocesano. Fin dal febbraio '94 la Congregazione per la Dottrina della fede, presieduta dall'allora cardinale Ratzinger, aveva comunicato che non vi era alcun ostacolo all'apertura di quel processo.

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