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Tutti pazzi per i presidenti

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Moltissimi tra quelli fatti e in preparazione i film che parlano del primo cittadino degli Stati Uniti. E non si tratta di storie inventate dove, insomma, il presidente è una bella scusa per piazzare un giallo o un film d'amore (Hollywood sforna a raffica pellicole del genere). No, no, si tratta di storie riferite a veri presidenti degli Stati Uniti che oggi, evidentemente, vengono considerati un grande patrimonio di storia. Un patrimonio, forse, del quale discutere e, volendo, anche da criticare. Ma certamente da narrare. La prima pellicola di questa serie ha scatenato negli Usa una grandinata di polemiche. È «Death of a president», un fanta-giallo che narra dell'assassinio dell'attuale presidente degli Usa. Diretto dall'inglese Gabriel Range è stato accolto con sdegno unanime negli States, dove è arrivato alla fine di ottobre, nonostante George Bush, ultimamente, non raccolga molte simpatie. Quasi tutti i cinema si sono rifiutati di proiettarlo, le televisioni non hanno voluto trasmettere il trailer, nonostante questo frutti soldi. E forse è questa la chiave per leggere la rinnovata passione degli americani per i loro presidenti. In un momento di grande incertezza, dopo l'11 Settembre e dopo la violenta reazione bellica a questa tragedia gli Stati Uniti vivono un crisi d'identità. E come reazione si stringono attorno all'uomo che li rappresenta, nel bene e nel male, nel passato come nel presente. Il progetto cinematografico più grande e più importante sui presidenti è certamente quello che vede come regista una vecchia gloria del cinema Usa: Martin Scorsese. Il regista di origine italiana tornerà a lavorare per la quarta volta con Leonardo DiCaprio, questa volta su una grande biografia di Theodore Roosevelt. Dopo «Gangs of New York», «The Aviator» e «The Departed» i due ora stanno preparando «The Rise of Theodore Roosevelt», che racconterà l'ascesa al potere del 26esimo presidente Usa, dagli anni della giovinezza, nella seconda metà dell'Ottocento, fino alla Casa Bianca, nel 1901. Il film è atteso per il 2008. Ben due invece i progetti che vedono protagonista il presidente dalla storia più tormentata: Richard Nixon. Il primo è «Dirty Tricks», adattamento del dramma teatrale di John Jeter sullo scandalo Watergate, scoppiato negli Stati Uniti nel 1972. Il cast sarà eccezionale. Il regista Ryan Murphy si troverà a dirigere Meryl Streep, Annette Bening, Sharon Stone, Jill Clayburgh, Gwyneth Paltrow e Brad Pitt. Altrettanto importante è anche la pellicola che si sta accingendo a girare su Nixon Ron Howard. Dopo il successo del «Codice Da Vinci» il regista premio Oscar si è messo al lavoro anche lui su un'opera teatrale: «Frost/Nixon», testo sulla storica intervista televisiva che, nel 1977, il giornalista David Frost fece a Nixon. Anche questi due film potrebbero essere pronti per il 2008. È tutto dedicato alla presidenza di Jimmy Carter il documentario che sta preparando un'altra vecchia gloria del cinema Usa: Jonathan Demme, quello de «Il Silenzio degli Innocenti». Dopo «The Manchurian Candidate» e «Neil Young: Heart of Gold» il regista è al lavoro per «He Comes in Peace» un documentario sull'impegno dell'ex presidente per la pace in Palestina. «Girare questo film per me è un onore straordinario - ha detto Demme - ho amato Carter quando era presidente e l'ho amato ancora di più da quando ha smesso di esserlo. Mi fa sentire fiero di essere un americano». Uscirà tra pochi giorni nelle sale italiane, il 26 gennaio, «Bobby» che narra gli eventi della notte del '68 in cui Bob Kennedy fu assassinato. Inevitabili i riferimenti alla morte di John F. Kennedy. La pellicola, negli Stati Uniti, è stata vista da molti come un omaggio al «sogno» dei Kennedy e all'epoca dell'impegno per i diritti civili.

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