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«Sarò un nonno tutto Made in Italy»

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Nuovo cd di Gigi D'Alessio

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A maggior ragione sono solo canzonette quelle di Gigi D'Alessio, una voce melodica che sa di vicoli napoletani, di odori del mare del porto. Canzonette, appunto, che forse resteranno nella mente di tanti, giovani e meno giovani. L'obiettivo più alto è quello di suscitare emozioni. D'Alessio sa parlare alla gente con semplicità, sa farsi capire. E in «Made in Italy», undici brani, che segnano il debutto del connubio tra Mogol - D'Alessio e di quest'ultimo anche come autore (sei brani portano la sua firma per testo e musica), l'artista si racconta entusiasta: «Anche se la Coppa del Mondo ci ha restituito un pizzico d'orgoglio patriottico dobbiamo esseri fieri di essere italiani. "Made in italy" è un marchio di prestigio per quanto riguarda la moda, lo stile. Noi siamo sempre stati malati di esterofilia. Per questo oggi il marchio italiano è continuamente minacciato da altri mercati aggressivi come la Cina. Noi dobbiamo difenderci affermando con ancora più forza la nostra unicità». Anche in «Made in Italy» come in tutti gli album, «Gino», non poteva estromettere la sua famiglia: la moglie Carmela, i suoi figli Claudio, Ilaria e Luca, la sua forza, la sua anima che in questo lavoro diventano i protagonisti di alcuni brani. D'Alessio firma con il figlio maggiore, Claudio, il richiamo latino di «Besame». Dedica alla figlia un brano che porta il suo nome citando anche l'ultimo arrivato, il piccolo Luca. «I miei primi dischi e i miei primi successi sono sempre stati dedicati ai miei genitori. Ora che loro se ne sono andati... Claudio suonicchia, se la cava bene, ma non farà il musicista, vuole occuparsi di abbigliamento. Intanto, mi rende nonno: in gennaio nascerà la mia prima nipotina, il 24 febbraio, data di debutto del mio tour dal Datchforum di Milano, compirò quarant'anni». Un nonno giovane. «Claudio ha 19 anni, alla stessa età io ho avuto lui. Speriamo che Ilaria non si mettà anche lei a fare le cose in fretta: quando è venuta a dirmi che aveva un fidanzato mi ha preso un colpo al cuore. Ho fatto finta di niente ma la gelosia mi divorava». «Babbo ti presento Gigio il mio fidanzato. Lui non è quel topo del cartone animato», dice il testo di «Ilaria». «Si chiama davvero Gigio e, quando non sapeva ancora che era mia figlia, gli cantava al telefono le mie canzoni». «Sono un cantore dell'amore, si sa - descrivendo il singolo "Primo appuntamento" che già guida la classifica dei singoli più venduti - E lo resterò, ma sono anche un figlio dei nostri tempi: i ragazzi fanno presto a fare sesso, anch'io non pensavo ad altro. Questo brano ha un merito: per la prima volta Radio 105 trasmette la mia musica: Nei miei confronti pesa ancora un certo snobismo, non vorrei dire razzismo». Con Mogol, il cantante partenopeo, firma il singolo piu intenso «Apri le braccia» e in «Un cuore malato» in duetto con Lara Fabian, che si aprono, per l'artista, le porte per il mercato francese: «Laura è una star, per di più di origine italiana. Quando ci siamo incontrati per la prima volta mi ha chiesto un autografo per suo padre, mio fan sfegatato. Mi piace molto il duetto, ne abbiamo inciso tre versioni. Nel mio disco c'è quella tutta in italiano, nel suo lei canterà in inglese, la terza è per il mercato di lingua spagnola». «Made in Italy» si chiude con «La grande storia», brano scelto come colonna sonora del film «Io l'altro» con Roul Bova. Ma, in tutto questo, Gigi non dimentica la sua Napoli. «Sto pensando di incidere un disco che vorrei titolare come "Gigi D'Alessio nato a Napoli". Un album che renda omaggio a Renato Carosone e che ripercorra la storia dei grandi successi classici napoletani». E per la sua Napoli, afflitta dalla criminalità, ha parole preoccupate d'affetto: «Sono profondamente addolorato quando fatti di sangue accadono in qualsiasi luogo del mondo, figuriamoci a Napoli. Vorrei che uscissero solo le cose belle di questa città e non che Napoli facesse parlare solo per motivi tristi».

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