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«La sconosciuta» di Tornatore sul podioLa pellicola di Ferrario acclamata a Londra

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A tre giorni dal termine della manifestazione che si è rivelata un colosso del genere, le cifre parlano chiaro, c'è ancora chi discute sull'opportunità o meno di fare una «festa» sulla celluloide nella Capitale. Quello su cui tutti concordano, e questa è una certezza, è che «Cinema. Festa internazionale di Roma» è riuscita. Tanto da fare paura. Magari a Venezia e anche a Cannes, Berlino... Da una parte c'è chi dice che a Roma sono finiti tutti i film scartati da Venezia (ma allora di che si lamentano?) dall'altra c'è chi... ma diciamo nome e cognome: il regista Paolo Sorrentino, mette in dubbio che una festa, caciarona per vocazione, possa essere utile al cinema. Ai dilemmi risponde chi della Festa è il primo promotore: il sindaco di Roma Walter Veltroni: «La Festa del Cinema ha effetti benefici per l'intero Paese - ha spiegato Veltroni in un'intervista - abbiamo voluto qualcosa che trasmettesse la poesia e l'allegria del cinema fuori dallo stress che abitualmente attornia i tradizionali festival. Roma è una città dotata di una grande, inesauribile energia, con una vocazione naturale all'incontro di culture e genti diverse e all'apertura al mondo e all'arte». «Proprio molta cinematografia ha dimostrato - spiega Veltroni - quanto Roma sia la città dell'apertura. A Roma si concentra l'84% delle imprese cinematografiche italiane, il 96% di quelle che producono fiction, il 75% delle imprese che forniscono servizi tecnici all'audiovisivo». Questi dati, spiega il sindaco, «confermano due cose: primo, che l'audiovisivo è uno dei settori di specializzazione dell'economia romana (dove contribuisce al 3,5% dell'occupazione cittadina); secondo, che il distretto audiovisivo romano è fortemente trainante, e in alcuni casi rappresenta quasi interamente l'industria audiovisiva nazionale. Ne consegue che ogni iniziativa romana volta a rilanciare questo settore, compresa la Festa del Cinema, ha effetti benefici per l'intero Paese». Sul successo della Festa c'è poco da discutere, le cifre parlano da sole, come, ad esempio quelle della Casa del Cinema che ha dedicato un'ampia retrospettiva a Marcello Mastroianni: 10.000 spettatori hanno assistito alle proiezioni dei 48 film e delle 15 ore di materiali televisivi programmati dal 12 al 21 ottobre. Oltre 30.000 persone hanno poi frequentato in questi 10 giorni la Casa del Cinema e le sale dvd, la libreria, il ristorante, la caffetteria e la mostra dedicata al grande attore. «È un risultato importante - afferma il direttore della Casa del Cinema Felice Laudadio - che si deve all'amore del pubblico per Marcello, ma anche all'eccellente organizzazione». Oltre alle cifre parla anche il successo dei film presentati: nella classifica dei più visti in Italia «La sconosciuta» di Tornatore si è piazzato subito al terzo posto. Alla sesta, settima ed ottava posizione altre tre prime uscite «calde» dalla Festa: «L'imbroglio - The Hoax», con Richard Gere, «N (Io e Napoleone)», di Virzì, e il film con Nicole Kidman: «Fur: un ritratto immaginario di Diane Arbus». E c'è da dire che di film dalla mostra nelle sale ne sono arrivati pochi. Altrimenti, con ogni probabilità, avrebbero «saturato» la classifica. Un altro dato: il film di Davide Ferrario «La strada di Levi», presentato a Roma è stato accolto ieri al London Film Festival con grande entusiasmo e ora andrà al Festival Internazionale del Documentario di Amsterdam. Un segno in più dell'altissimo livello delle pellicole presentate. Ma allora il problema dov'è? Forse Roma Capitale del cinema fa paura. E rabbia.

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