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Laura Marinoni: il teatro è magia

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Ovviamente recito per il pubblico che ogni sera viene a tetro. Recitare comunque è anche un percorso del tutto personale. Per L'eternità non credo proprio». Le lacrime amare di Petra Von Kant, ogni sera a teatro che sensazione le dà questa donna? «È una sensazione stupenda. La storia di una donna ossessionata dall'amore e resa schiava dal vuoto che l'idea del distacco provoca nel suo cuore». È una storia che le appartiene? «Non credo. Anche se spesso si può soffrire per amore». Le è capitato? «Certamente sì». E il distacco? «È una voragine. È un precipizio. È qualcosa di sconvolgente. Comunque poi si riesce sempre a risalire. E si continua a vivere. Perché la vita è sempre più forte di qualsiasi sentimento». Le fa più paura l'amore o la morte? «Sicuramente la morte. Con l'amore si soffre. Con la morte non c'è alcuna via di ritorno». E l'amore contagia e trasfigura? «A volte sì. Bisogna essere sempre preparati comunque a questo tipo di contagio». Il teatro è la sua vita? «È una buona parte della mia vita. Un pezzo importantissimo. Comunque la vita è anche altro». La sua Petra è la maschera di una tragica esistenza votata all'amore? «Sì. È una donna che affronta la vita con determinazione. E a volte sa anche dominarla». Cosa farebbe se non recitasse? «Dovevo fare altro della mia vita. Poi ho scelto la recitazione e non mi sono mai pentita. La recitazione aiuta a conoscere se stessi. E a volte può essere anche una terapia». Si va poco a teatro in Italia, c'è un perché? «In questi ultimi tempi i teatri sono più affollati. Auspicherei una sensibilità ed una educazione superiore per questa forma di spettacolo. I mezzi di comunicazione dovrebbero fiancheggiare di più il teatro». Il teatro è magia? «Per me sì. Spero anche per il pubblico».

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