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Monica: per me conta centrare il personaggio

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Applausi al primo film italiano «L'aria salata»

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È stata la giornata del secondo film di Monica Bellucci che l'ha presentata al perfetto opposto di «N». Se nella pellicola di Virzì la bella Monica si offriva, per sua stessa definizione, godereccia e un po' mignotta, in «Il consiglio di pietra» di Guillaume Nicloux è una castissima impiegata con capelli corti e look severo. C'è anche da dire che in «N» la Bellucci è sempre ben vestita, nel «Consiglio di pietra» la sceneggiatura regala una breve, ma ben chiara, visione della star senza veli. Nel film appare anche una Chaterine Deneuve in un ruolo inatteso. Ieri mattina, poco dopo l'incidente al metrò, la Bellucci è arrivata nella «casa» della Festa del Cinema, l'Auditorium, visibilmente turbata. «Mi sento un po' stupida a parlare di cinema in presenza di un fatto del genere - ha detto ai giornalisti - Ma visto che siamo tutti qui facciamo una chiacchierata». E la chiacchierata, alla quale ha partecipato il regista Nicloux, ha spaziato dal film ai progetti futuri di Monica. «Interpreto una donna che non si ricorda certo per la sua bellezza - ha detto - Ho dovuto costruire un personaggio grigio e non mi è dispiaciuto. Certe paure lasciamole per le copertine con le foto ritoccate, sul set, se serve, posso anche essere brutta. Nel film sono soprattutto una donna normale che si ritrova ad avere un coraggio inaspettato in quanto madre». Una cosa, spiega, che non le è costata fatica: «Quando ho girato ero lontana dalla mia bambina Deva. E così questa lontananza mi ha dato l'angoscia giusta per recitare». E a proposito di figli la Bellucci si è schierata con Madonna, che avrebbe usato metodi discutibili per adottare un bambino del Malawi. «Quel bambino - ha detto Monica - starà sicuramente meglio con Madonna che in un orfanotrofio. Trovo le polemiche ridicole». Per il futuro Monica ha il «tutto esaurito»: in programma un film con Clive Owen, «Shoot'Em Up», la seconda parte di «Manuale d'amore», un lavoro con Marco Tullio Giordana. A proposito del film di Virzì Ernesto Ferrero, autore del libro «N» dal quale è stata tratta la pellicola, ha bacchettato il regista: «Non c'era bisogno - ha scritto in un articolo - di scomodare Berlusconi», riferendosi alla polemica dei giorni scorsi. Parlando del concorso molto successo ha riscosso ieri il primo film tricolore in competizione: «L'aria salata», di Alessandro Angelini con Giorgio Pasotti. Si racconta la storia di un giovane che deve affrontare un difficilissimo rapporto con il padre. Giorgio Pasotti, protagonista del cinema di Muccino («Ecco fatto», «L'ultimo bacio») e di «Distretto di polizia» si è innamorato a prima vista di questa storia. «Quando ho letto le 30 pagine del soggetto, senza i dialoghi - dice Pasotti - ho capito subito che, nonostante le apparenze, il rapporto padre-figlio, il carcere eccetera, non si trattava di una storia banale. E ho scelto di partecipare per questo. Penso che il padre sia quella mano che ti sorregge, ti aiuta e ti accompagna e il protagonista ha la necessita di essere figlio». Fuori concorso è stato proiettato «Offset», che mette a nudo l'incontro stridente tra l'Europa dell'Ovest e quella dell'Est. Protagonista Alexandra Maria Lara. E ieri doveva essere presentato anche «Fascisti su Marte», pellicola satirica e visionaria firmata da Corrado Guzzanti. Ma visti i fatti di ieri Guzzanti d'accordo con i vertici della Festa ha preferito rimandare. D'altronde ieri si è riusciti, a stento, a parlare di cinema. Ma parlare di «festa» proprio non era possibile. Oggi, sempre in tono minore, sarà presentato, attesissimo: «La sconosciuta», di Giuseppe Tornatore.

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