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Fiction pigliatutto, trionfa l'eroe quotidiano

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Quelli che sfiorano la vita vera - con le angosce, le mascalzonate, le malattie, i crack finanziari - ma che poi la fanno virare dal nero al grigio, se non al rosa. Sono facce da fiction, questi eroi di tutti. Sono i divi della tv generalista. Si chiamano Nonno Libero e Maresciallo Rocca, Elisa di Rivombrosa e Mauro Belli e Joe Petrosino. Stravincono nella gara degli ascolti perché una schiera di fedelissimi, di là dal tubo catodico, spasima per loro. E allora non c'è reality che tenga. Ma nemmeno film da record al botteghino. Il caso di Ricky Memphis insegna. Il commissario Belli di «Distretto di polizia» - sesta inossidabile serie su Canale 5 - non solo ha stracciato l'altra sera il divo Johnny Depp in «La maledizione della prima luna» (oltre 8 milioni di spettatori e quasi il 31 per cento di share nel picco massimo, contro il 20 della pellicola). Ma ha anche causato una sollevazione popolare con l'accidente della sua morte. Il sito internet ad hoc è intasato per la costernazione dei fans, perlopiù under 30. Antonio Stornaiolo, l'attore che ha fatto fuori l'ispettore Belli, confessa di temere vendette. «Per la strada mi fermano e mi dicono che hanno pianto per colpa mia», racconta. A Stefania Sandrelli, la moglie di Gigi Proietti-commissario Rocca, era successo lo stesso. E Giuseppe Pambieri, attore di teatro prestato alla fiction «Incantesimo» spiega: «Quando uno di noi decide di scollarsi di dosso il personaggio tv e lo fanno morire, o partire, per davvero dobbiamo rimanere in incognito per qualche mese. Niente più passaggi sul piccolo schermo né debutti sulle tavole di un palcoscenico». L'elenco delle conferme per quello che una volta si chiamava sceneggiato tv - cominciò «La cittadella» nell'Italia anni Sessanta - è lungo. La sfida con gli altri generi lascia sul campo cadaveri eccellenti. «L'onore e il rispetto» del Biscione, con Manuela Arcuri, ha battuto il Milan in Champion su Raiuno e «L'isola dei famosi» su Raidue. Perfino Miss Italia le ha prese da «I Cesaroni» spagnoli e, ancora, dai poliziotti buoni del Decimo Tuscolano, il distretto dove - fino all'altroieri - lavorava quella «pasta» di Bassi, al secolo Ricky Memphis, «romano de Roma» con baffetti, pizzetto e panzetta. Gongola Agostino Saccà, dominus delle serie targate Rai: «La fiction è dominante nell'offerta generalista. Più che mai nel momento in cui si consumano parabole prevedibili, come quella del reality, che hanno nel loro codice genetico i piedi d'argilla. E invece la forza della fiction sta nella duttilità del formato, che la fa entrare in tutti i palinsesti. C'è l'epica e il melò, la commedia, il poliziesco, l'action. Anche mescolati tra loro. Teniamocela cara». Eppure non si fa altro che sfornare reality, pure se fanno flop, come è avvenendo per «Circus» e per «Wild West». «Non dimentichiamo che lo sceneggiato ha salvato qualche anno fa i network Usa dopo l'abbuffata di reality - rintuzza Saccà - Succederà anche in Italia. Mettiamocelo in testa: il futuro della tv generalista è fiction e informazione». Ma intanto, a «Distretto di polizia» che succederà? Come pensa il produttore Pietro Valsecchi di fronteggiare le minacce degli aficionados, inconsolabili per la scomparsa di Memphis, di continuare a vedere la serie? «Il commissario Ardenzi vendicherà la morte di Belli. Del resto da sette anni "Distretto" è il faro di Mediaset. Mi chiedete perché? Perché è il palcoscenico di tutti i nostri piccoli eroi quotidiani che combattono accanto a noi». Insomma, in tempi tanto bui, lasciateci sognare.

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