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Sermonti declama l'Eneide viaggiando per l'Italia

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Dopo il tour culturale i versi di Virgilio tradotti dal critico e da sua moglie saranno pubblicati da Rizzoli

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La voce dolente di Vittorio Sermonti declama i versi di Virgilio che descrivono le sofferenze del «pio Enea» perseguitato da Giunone, fin dalla sua fuga da Troia, invasa e distrutta dall'esercito greco. I dolori che prova il mitico eroe e i dolori che apporterà a chi incontra nel suo viaggio verso il Lazio sono un affresco poetico della sofferenza della condizione umana: oltre mille persone ascoltano in religioso silenzio e si lasciano invadere dal magico flusso vocale del settantasettenne letterato, nell'affollata Basilica di Santa Maria delle Grazie, accanto al Cenacolo Vinciano milanese. All'esterno, altri trecento, fra giovani e anziani, seguono l'ispirata lettura del critico romano (a loro invisibile), ai piedi dell'altare. Dopo le celebri letture dantesche Progetto Italia e Vittorio Sermonti hanno intrapreso una nuova avventura culturale con la declamazione integrale dell'«Eneide» di Virgilio, che toccherà varie città italiane. Il racconto del mitologico viaggio di Enea è partito da Milano, lunedì scorso, con la lettura dei 24 libri del poema virgiliano e durerà fino al 12 ottobre prossimo. Negli ultimi tre anni, il sodalizio tra Progetto Italia e Sermonti ha permesso a più di 150mila persone di rivivere le emozioni poetiche della «Divina Commedia» di Dante Alighieri. Ora, la società del Gruppo Telecom Italia propone al pubblico un nuovo progetto che ha per tema l'«Eneide», nell'inedita traduzione che Vittorio Sermonti ha realizzato per l'occasione, assieme alla consorte, e che sarà pubblicata in novembre da Rizzoli: «Una magnifica strenna natalizia, da comperare in centinaia di migliaia di copie», raccomanda scherzosamente l'autore. Seguendo una formula ormai consolidata, Sermonti legge il testo integrale dell'opera (12 libri di esametri), precedendo ogni lettura con un'introduzione e una critica che definisce «brevi istruzioni». Nelle 24 serate (alle 21, tutti i giorni, esclusi sabato e domenica), Sermonti legge la metà di un libro per celebrare il testo che Virgilio scrisse oltre duemila anni fa e che, specialmente nella voce e nei toni di questo grande interprete, risuona ancora moderno e intenso. Il viaggio da Troia a quella che sarà, poi, Roma per il figlio di Venere è un calvario infinito, tra naufragi, navi schiantate dalle onde, equipaggi perduti. E come non accostare i versi di Virgilio a quanto accade oggi nel Mediterraneo, soprattutto, intorno alle nostre coste meridionali, con gli approdi, spesso luttuosi, delle imbarcazioni degli immigrati clandestini? «L'"Eneide" racconta la fondazione dell'Italia — commenta Sermonti —. E io credo che ogni patria è una patria perduta, una patria promessa e una patria degli altri». La voce di Sermonti tradisce la commozione all'apparire in scena di Didone che offre ospitalità ai Troiani e incontra per la prima volta Enea: «La sorte volle che anch'io, travolta da molti dolori simili, in questa terra infine mi fermassi: non inesperta di mali so soccorrere gli infelici». «L'"Eneide" è uno dei dieci grandi libri dell'umanità», afferma Sermonti che così motiva quest'operazione che porta in un luogo sacro un autore pagano: «C'è una tradizione medievale che indica Virgilio come un profeta, colui che ha anticipato la venuta di Cristo. In questo poema, che descrive la morte e il dolore, c'è la pietas che è molto vicina alla caritas cristiana. In nessun poema c'è la pietà per il dolore che si trova nell'"Eneide".

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