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Il romanzo «La vedova scalza»

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La tragedia sarda di Niffoi batte tutti al Premio Campiello

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«La vedova scalza» è una storia d'amore, fedeltà, sangue e vendetta con i toni da tragedia classica, esaltati da una lingua con echi arcaici-sardi, densa, forte, eppure capace di momenti lirici intensi. La seconda pubblicata con eco e successo da Niffoi, sino a tre anni fa noto solo in Sardegna, dove i suoi libri erano editi da una piccola casa editrice locale. Mintonia e Micheddu si conoscono e si amano. Continueranno ad amarsi anche quando Micheddu dovrà darsi alla macchia, anche quando Mintonia, femmina «malasortata», dovrà vederlo solo di nascosto e passare ore di angoscia a pensarlo braccato. Il giorno in cui glielo uccideranno a tradimento Mintonia deciderà di lasciare quel paese maledetto, di andarsene altrove. Prima, però, compirà la sua vendetta: la morte di Micheddu non può restare impunita. È stata invece Cecilia Fabris la vicitrice del Campiello Giovani 2006, concorso rivolto a ragazzi tra i 15 ed i 22 anni. La diciottenne veneziana ha proposto il racconto: «Non vi fu mai per me piacere più grande». Nella motivazione alla vittoria la giuria ha spiegato che «ha convinto per la sua inattesa inclinazione a non parlare di se medesima, come di solito fanno i suoi coetanei, ma ad affrontare un tema esterno alla propria esperienza addirittura collocandolo nel profondo Medioevo prima dell'anno Mille, epoca che sembra essere stata restituita con felice aderenza. Abbiamo riscontrato nel testo una intuizione particolarmente brillante sulla contraddizione perenne insita nella lettura degli archivi fra certezza dei segni grafici e incertezza dei contenuti». In particolare Cecilia Fabris è apparsa acuta non solo per il testo, ma anche per la poetica e succinta autobiografia: «Mi chiamo Cecilia, ho 18 anni e sono nata a Venezia, dove abito e frequento il Liceo Scientifico. Non ho ancora un passato da raccontare, ma vivo intensamente il presente».

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