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Sting: «Farò solo cinema di qualità»

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Usando il pretesto della fantascienza, il regista messicano di «Y tu mamà tambièn» e del terzo «Harry Potter», narra gli scenari del 2027, tra guerre, danni sull'ambiente e immigrazione. In una Londra, attraversata da funerali islamici dove risuona il grido «Allah Akbar», le tv rimandano immagini di New York in fiamme in memoria dell'11 settembre, con palazzi sventrati negli scontri tra terroristi e militari che sembrano telecronache da Beirut. Protagonista del film è Clive Owen, passivo e demotivato anti-eroe, che si ritrova a proteggere l'unica madre rimasta (l'attrice nera Clare-Hope Ashitey) in un mondo incapace di generare vita. Il cast è arricchito dall'algida Julianne Moore e dal saggio Michael Caine, nei panni di un vecchio hippy. «Scelgo i miei ruoli soprattutto in base al regista che li crea - ha sottolineato l'attore inglese Owen - Ed era da tempo che speravo di lavorare con Cuaròn. Il mio è un personaggio distaccato, senza speranza, costretto a muoversi perché gli capitano varie disavventure che deve risolvere». Cuaròn, che ha pubblicamente ringraziato Franco Battiato per aver cantato «Ruby Tuesday» nella colonna sonora del film, ha poi aggiunto di aver realizzato una storia realistica. «Il film è popolato da cose che fanno parte dell'immaginario collettivo - ha detto Cuaron, riferendosi a foto e canzoni di John Lennon - Molte storie del futuro si rifanno al Grande Fratello di Orwell, ma oggi le forme di tirannia assumono vesti diverse, e ciò che chiamiamo democrazia è una di queste. Non volevo un film sul futuro, ma sui problemi di oggi. Si tratta di un cinema vérité anche nello stile con lunghe sequenze che incalzano il protagonista. Su tutto domina la speranza e non l'ideologia che riempie solo dei vuoti ostacolando la comunicazione. Alla fine, credo nella possibilità dell'evoluzione dello spirito umano». Ad alleggerire il pessimismo di Cuaròn, è arrivato ieri sul Lido Sting: rockstar, attore (in film come «Quadrophenia» e «Dune»), compositore di brani per colonne sonore («Arma letale 3», «Kate e Leopold»), è ora anche produttore esecutivo del film «A guide to recognizing your saints» di Dito Montiel, con Robert Downey Jr, Chazz Palminteri, in programma nella Settimana della Critica. «È un film su un antieroe, la cui storia arriva direttamente al cuore - ha spiegato il musicista che ha prodotto la pellicola con la moglie Trudie Styler - Il racconto nasce dalle memorie di Montiel, che ritorna a casa dopo molti anni ad Astoria, nel quartiere Queens di New York, per tornare indietro e confrontarsi con il passato. Della sceneggiatura mi ha colpito la vicenda viva, vera, che, partendo da una storia personale, entra pian piano sempre più nel profondo». Sting tornerà al passato anche con il prossimo cd. «S'intitola "Songs From The Labyrinth", uscirà il 6 ottobre con Deutche Grammophon. Nel disco, tutto eseguito da voce e liuto, reinterpreto alcune canzoni di un musicista inglese del 16mo secolo, John Dowland», ha concluso Sting che ha escluso per ora una reunion dei Police. Attesissima tra le star è stata ieri Valeria Marini, che al Lido ha assitito al film di Cuaròn e poi è rimasta a Venezia per la cena di beneficenza organizzata nello storico casinò da Silvana Giacobini, direttore di «Diva e donna». In serata è arrivato pure il regista Gianluca Maria Tavarelli per presentare il film «Non prendere impegni stasera» (Sezione Orizzonti), con Alessandro Gassman, Giorgio Tirabassi, Luca Zingaretti e Paola Cortellesi. Il film narra la vicende di quattro coppie di quarantenni, sullo sfondo di una Roma amara e disincantata, a rappresentare l'emblema di una generazione in bilico tra paura di crescere e desiderio di darsi ancora una chance nella vita.

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