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Il sesso operaio di Turturro tra musica e scurrilità

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JOHN Turturro è certamente un nome di spicco dello spettacolo americano: sia in teatro, sempre in ruoli di impegno, sia al cinema, con registi seri, da Martin Scorsese, a Spike Lee, a Robert Redford, al nostro Francesco Rosi, ai fratelli Coen. Nel '92 ha scelto anche di diventare regista, con «Mac», ambientato con piglio sicuro tra il proletariato italo-americano di Brooklyn; seguito, quattro anni dopo, da «Illuminata», un melodramma anche farsesco sul mondo del teatro, piuttosto apprezzato al Festival di Cannes dove, per «Mac» gli era già stato attribuito il premio riservato alle opere prime. Adesso eccoci alla sua opera terza come regista. Il teatro è sempre in primo piano solo per il fatto, però, che gli interpreti cantano spesso come in un musical. L'ambiente, invece, ancora una volta, è quello del proletariato (tanto che, per definire il suo film, Turturro, alla Mostra di Venezia dove l'ha presentato, non ha esitato a catalogarlo come «un'opera lirica della classe operaia»). Il protagonista, difatti, è un operaio (con la faccia tonda e l'adipe vistoso di James Gandolfini). È sposato con una donna simpatica (la interpreta Susan Sarandon) ma, vittima di una sessualità debordante, è amante senza freni di una commessa ninfomane dai capelli rossi (Kate Winslet) che però un giorno, dopo che la moglie ha scoperto la sua tresca e l'ha cacciato di casa, gli fa sentire la necessità di scegliere. Segue, dopo il dilemma, il ritorno al tetto coniugale, ma un male incurabile in agguato, cambierà a tutti le carte in tavola. Anche al film che partito da posizioni vistosamente beffarde, con dialoghi portati alcuni fino all'estremo del turpiloquio sessuale, inciampa poi in climi che, sia come racconto, sia come modi di rappresentazione, si pongono in evidente contraddizione con il resto. La beffa, però, i personaggi pittoreschi di contorno (due li interpretano con colori forti Steve Buscemi e Christopher Walken), quel passare dalla piccola cronaca al musical folcloristico possono suscitare nel pubblico una divertita attenzione, specie se non si farà respingere troppo dalle scurrilità molto ostentate di cui i dialoghi (e le canzoni) sono infiorettati; pur con il gusto dello scherzo. I protagonisti recitano con accenti adeguati ai loro caratteri spesso sopra le righe. James Gandolfini, naturalmente, con la sua sessuomania voltata in burla, e la sua rossa amante Kate Winslet, dedita solo all'erotismo. Seria e quasi mesta in mezzo a loro Susan Sarandon, con i carismi di sempre.

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