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Evviva Stefania, giuliva e sfuggente

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«Quante insalate di riso mi ha fatto mangiare Ettore Scola...»

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la guardi e ti rotolano davanti immagini su immagini: la ragazzina sdrucita e appetitosa del «Federale», la cuginetta tentatrice di «Divorzio all'italiana», la ingenua, ignorante, indifesa provinciale di «Io la conoscevo bene», la sensuale strega Carognilla di «Brancaleone alle Crociate» , la Luciana dell'epos resistenziale e sentimentale di «C'eravamo tanto amati», l'oca sexy che seduce Monsignor Alberto Sordi nell'ascensore bloccato di «Quelle strane occasioni», la moglie inquietamente erotica della «Chiave», la moglie inquietamente malinconica dell'«Ultimo bacio». Evviva i 60 anni di Stefania Sandrelli, la ninfa che inseguo da quando, liceale, la contemplai rapito sulla copertina del proibitissimo (a quel tempo!) settimanale «Le Ore»: una quattordicenne dallo sguardo candido e provocante, come ce l'ha sempre avuto, come ce l'ha ancora. Forse è da allora che sono partito alla sua ricerca. E adesso ce l'ho davanti, alla cena di gala organizzata in suo onore a Segromigno, nella storica Villa Mansi, una delle più belle della campagna lucchese. Ma lei è tutta presa dai festeggiamenti, mangia, beve (vino e grappa dell'azienda del marito, Giovanni Soldati), ride, riceve omaggi, ringrazia. Parlare non è il suo forte e sembra, a 60 anni, la classica studentessa bellona che non riesce ad appiccicare insieme più di due frasettine di circostanza, e tuttavia lo fa con tutto il cuore, palpitante dal fascinoso davanzale. E neppure ascoltare è il suo forte, almeno a dar retta ad Ettore Scola, che, insieme a lei, è a Viareggio per la 23ma edizione di «EuropaCinema» e che simpaticamente e ironicamente celebra la "vaghezza" di Stefania. In che senso vaga? Presto detto: Stefania non ce la fa a seguire un discorso per più di un minuto di seguito, si distrae, pensa ad altro, la sua "animula vagula blandula" vola. Ma non per innalzarsi al sublime empireo, piuttosto per riattaccarsi alla terra, dove ci sono tante cose buone: il cibo, gli uomini, i film, i figli. «Piezz'e' core», anche per Stefania, come per l'altrettanto viscerale Filumena? Probabilmente sì, anche se di fronte alla prorompente fisicità e vitalità materna, la figlia Amanda si rivela poco più che una sciapita parvenza femminea. Un pezzetto di cuoricino pallido. Stefania è felice. Tutti le vogliono bene. Anche chi è lì, in attesa. L'ex-studente aspetta. Me la darà? L'intervista, ben s'intende. Il truce press-agent fa da guardia del corpo ed è pronto a fare il buttafuori. Stefania è stanca. E alle tre di notte, quando finisce la festa, lo è ancora di più ed ha bisogno di andare a nanna. Domani, assicura il cerbero, domani gliela darà (l'intervista). Beh, penso, l'ho inseguita tanto, che qualche ora in più di pazienza non fa differenza. E poi domenica è sempre domenica. Domenica a Viareggio, in una bella mattinata di primavera. Sono molti a passeggiare sul Lungomare, ma c'è molta gente anche al Centro Congressi del Principe di Piemonte: cinefili e curiosi in ordine sparso. C'è Ettore Scola che parla di cinema: presente, passato e futuro, al vaglio di un maestro intelligente, ironico, polemico. E Stefania? A mezzogiorno e mezzo arriva e va sul palco giuliva. A domande,risponde. «La chiave»? Una grande fatica. In che senso?, verrebbe la voglia di chiedere. Ma nessuno lo chiede. «La famiglia»? Stefania evoca le tante, troppe insalate di riso che il perfido Scola, come da copione, le fece ingoiare. Il futuro del cinema? La splendida nonna si attorciglia tra lessico e sintassi, in attesa di fuggire sotto la scorta del "truce". Non me la darà. L'intervista.

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