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di GIAN LUIGI RONDI LE PARTICELLE ELEMENTARI, di Oskar Roehler, con Moritz Bleibtreu, Christian Ulmen, ...

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DUE FRATELLI. Figli di due padri diversi e segnati, fin dall'infanzia, da una madre sessualmente disinibita causa per entrambi di molti traumi. Uno dei due, soprattutto, Bruno, adesso insegnante in un liceo, ha fatto del sesso quasi la sua principale ragion di vita. L'altro, Michael, forse per reazione, il sesso lo ha quasi ignorato, dedicandosi per intero a delle difficili ricerche scientifiche. Si frequentano poco, però li riunisce non solo la morte della madre ma, nonostante i loro caratteri opposti, un destino quasi simile sul piano sentimentale perché Bruno, finalmente innamorato sul serio, vedrà morire la donna che ama, suicida dopo una grave malattia, e Michael, che ha trovato l'amore in una donna cui era stato timidamente legato fin dall'infanzia, la vedrà colpita da una grave menomazione. Potendole però restare vicino e continuare con successo i suoi studi. Mentre Bruno finirà in una clinica psichiatrica. Alla base, un romanzo di egual titolo firmato da uno degli autori più discussi della letteratura francese contemporanea. Michel Houllebecq, noto per le sue provocazioni non solo in campo erotico ma in quello sociologico, a sostegno, sempre, di posizioni, anche politiche, estreme. Il regista tedesco Oskar Roehler si è assunto la non facile impresa di riscriverlo per il cinema e poi rappresentarlo, trasferendo l'azione dalla Francia alla Germania, sfrondando molto le pagine in cui il sesso si faceva avanti di prepotenza (e senza remore), riassumendo i complicati intrecci del testo letterario in un racconto il più lineare possibile e precisando i numerosi lati oscuri dei vari personaggi con qualche flash-back adatto a chiarire, con il passato, i momenti più stravolti del presente. Il risultato è soprattutto plausibile quando l'azione si stringe attorno alle vicende parallele dei due fratelli, la possibilità, per Bruno, di riuscire a vincere con l'amore l'ossessione del sesso, la scoperta, per Michael, di sentimenti gentili, accantonati nell'infanzia e oggi di sostegno, anziché di ostacolo, ai suoi studi scientifici. Con pagine piuttosto intense quando entrambi, uscendo dai loro mondi, cercano di affidarsi a quel legame reciproco che non tarderà a unirli all'insegna di una solidarietà fraterna. Esprime bene questi tormenti e quel legame pacificatore soprattutto, nei panni di Bruno, Moritz Bleibtreu, in equilibrio tra le nevrosi e i coinvolgimenti morbosi. Attento Christian Ulmen, l'altro fratello, nitide le due donne al loro fianco, Martina Gedeck e Franka Potente. Con meditate tensioni.

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