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Bellocchio è nella sezione dei «grandi artisti»

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Selezionati anche Calopresti e Rossi Stuart

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L'annuncio è stato dato ieri al Grand Hotel di Parigi. Ma le belle sorprese per la cinematografia nazionale non finiscono qui: a rappresentre il nostro paese ci sarà anche «Il regista di matrimoni» di Marco Bellocchio nella sezione «Un Certain Regard»; Mimmo Calopresti con il documentario sulla Shoah «Volevo solo vivere» tra gli eventi speciali; e in «Cannes Classics», i documentaristi Mario Canale e Annarosa Morri con «Marcello. Una vita dolce», dedicato a Mastroianni nel decennale della sua morte, con le musiche di Armando Trovaioli e la voce narrante di Sergio Castellitto. Mentre c'è grande attesa per la conferma nella «Quinzaine des realizateurs» dell'opera prima di Kim Rossi Stuart, «Anche libero va bene». Era dal 2001 che due italiani non concorrevano insieme per la Palma d'Oro: a contendersi il riconoscimento erano allora Ermanno Olmi con «Il mestiere delle armi» e lo stesso Moretti, poi trionfatore con «La stanza del figlio». «Portiamo a Cannes un ampio ed eterogeneo ventaglio di film, segno evidente che il cinema italiano c'è — ha detto ieri Sorrentino —. E non solo al box office con le commedie belle e facili, ma anche con film innovativi come «Il Caimano», che mescola generi molto diversi fra loro. «L'amico di famiglia» è un mix di comicità e dramma, leggerezza e situazioni morbose. Una sfida non facile. Non so per quali motivi particolari sia piaciuto il mio film a Cannes, ma è certo una conferma dopo «Le conseguenze dell'amore» che fu scelto due anni fa sempre sulla Croisette: un'opera apprezzata da Tarantino e molto differente da questa. Stavolta c'e Won Kar-way presidente: mi sento molto distante dalla sua cinematografia, ma è certo un grande maestro. Essere in concorso a Cannes una volta può essere un caso fortunato, esserci una seconda volta è la conferma del lavoro che sto facendo. Con Moretti ci siamo appena fatti i complimenti a vicenda. Sono in ottima compagnia, ammiro e stimo molto il suo lavoro ed essere stato preso nella selezione insieme a lui è già un gran risultato, anche perché apro la scena del suo film come attore: ero molto imbarazzato, e si vede, di stare accanto a una grande artista come la Buy. Il mio non è un film sull'usura e nemmeno un film di denuncia. Piuttosto, è la vicenda di un usuraio, un uomo-bambino di 70 anni, Geremia, interpretato dall'anziano attore napoletano Angelo Rizzo, il quale presta i soldi ad un padre che deve organizzare il matrimonio della figlia (Laura Chiatti). Nel cast c'è anche Fabrizio Bentivoglio, nel ruolo di assistente dell'usuraio: si chiama Gino, ha il cappello da cowboy e la passione per il mondo country, mentre l'ironia in parte grottesca è alla base della comicità del film. Verso questo piccolo usuraio dell'Agro Pontino, molesto con le donne, con una relazione incestuosa con la madre e un rapporto morboso con i suoi clienti, non ho una posizione moralistica ma neppure morale. Mi piace rendere affascinanti personaggi che istituzionalmente vengono considerati sgradevoli. L'area tra Latina, Sabaudia e la Pontina, dove è stata ambientata la vicenda mi piace per l'architettura d'impostazione fascista. Inoltre la campagna dell'Agro Pontino ricorda le distese americane, con locali dove la passione per il country è assoluta: vanno a cavallo, fanno il ballo sincronizzato e ascoltano quella musica». Prodotto da Indigo Film con la Fandango e la produzione francese Babe films, «L'amico di famiglia» sarà distribuito in autunno da Medusa, è costato tre milioni e 400 mila euro ed è stato girato in 10 settimane e mezzo. La nutrita presenza italiana sulla Croisette potrebbe aumentare ancora, quando la prossima settimana saranno dati i nomi dei candidati per la «Semaine de la critique». Durante la conferenza stampa parigina, il direttore del festival Thierry Fremaux ha poi sottolineato che "Il Caimano" «non è una film sulla politica italiana, come si pot

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