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Nelle «False verità» di Egoyan Colin Firth si rivela il migliore

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Un genere cui si era avvicinato solo di sfuggita in "Exotica", il suo primo film visto qui da noi e, di recente, nel "Dolce domani". Oggi lo spunto se l'è fatto suggerire da un romanzo un po' pettegolo di Rubert Holmes in cui, mutando i nomi e parafrasando certi fatti, si diceva di due notissimi comici americani, Jerry Lewis e Dean Martin, che dopo anni di successi clamorosi insieme, si erano bruscamente separati. Senza spiegazioni. Egoyan che, sulle orme del libro, spiegazioni ne dà, per allontanarsi il più possibile dai personaggi reali cui il romanziere si era ispirato, ha preferito, a uno dei due comici, Vince Collins, interpretato da Colin Firth, attribuire la nazionalità inglese, facendo in modo che l'altro, Lanny Morris, intepretato da Kevin Bacon, vedesse sempre moderata in scena la sua esuberanza americana dalla compostezza britannica del collega. Uguali invece in tutto il resto, donne e droghe senza remore (fornite loro da un compiacente mafioso) e una vitalità straordinaria nel corso dei loro spettacoli, motivo costante di una fama, in quel campo, senza precedenti. Se non che, un brutto giorno, anzi una brutta notte, una delle due ragazze cui i due si erano accompagnati per una infuocata avventura, moriva all'improvviso e il suo cadavere veniva ritrovato nudo, nel bagno della suite in cui i due comici erano alloggiati. Si concluse per una overdose, il caso venne messo a tacere, ma Vince e Lanny da quel momento, non fecero più coppia insieme. Molti anni dopo una giornalista, Karen O'Connor (Alison Lohman, essendo nel frattempo morto suicida Lanny, cerca di convincere Vince dietro una cospicua somma offerta da un editore, a raccontare di sè, del collega e di quel cadavere nella vasca da bagno. E si scoprirà di tutto. All'insegna di un noir che sfiora il thriller.... Egoyan, spaziando tra passato e presente, lo ha svolto con accorgimenti molto abili, facendo scaturire le tanto attese spiegazioni quasi a scatola cinese ed evocandovi in mezzo dei caratteri incisi a tutto tondo, alternandovi, tra gli scorci spesso torvi del mondo dello spettacolo americano anni cinquanta (e poi in quello dei Settanta), situazioni angoscianti che vanno dal ricatto all'omicidio, dalla violenza erotica a una parvenza d'amore. Forse non sempre chiaro in tutti gli snodi narrativi, sempre però con le tensioni necessarie. Pervase, in qualche momento anche da malinconie rassegnate. Tutti gli interpreti lo seguono. Il migliore, Colin Firth, capace, con equilibrio, di passare dall'ambiguità al dramma.

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