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Se il Pupone avesse la gobba

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Perché ormai il Capitano è un amuleto universale. Sorveglia il derby e la Lazio piange. Viene al Festival e con lui in sala ecco il picco degli ascolti. Poi va al casinò e vince diecimila euro: così si ripaga pure le spese della trasferta. Benedice la Nazionale e spezziamo le reni ai tedeschi. Non bastasse, è diventato un promoter discografico impareggiabile. All'Ariston ha bofonchiato quel "po po po" che è il ritornello portafortuna della Curva Sud inebriata di vittorie. E a Roma non si trova più una copia del pezzo originale, che è "Seven nation army" dei White Stripes, gruppo di culto per i rockettari duri e puri, ma non necessariamente per gli ultrà giallorossi, che magari ne avevano orecchiato una versione da discoteca. Ne hanno chiesto una versione anche a Spalletti, ma il trainer si è trincerato dietro la sua vociaccia da urlatore di Trigoria, e allora niente remix. Insomma, Totti ha fatto un altro dei suoi miracoli. Con una postilla: andando avanti così, i White Stripes sfratteranno dall'Olimpico il vecchio inno vendittiano, che non tutti considerano lusinghiero. Così Antonello impara a non venire mai in Riviera. Ste. Man.

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