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Il criminale di oggi? Un borghese

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Nel cast di «Arrivederci amore ciao» Michele Placido e Alessio Boni

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Dopo "La Meglio gioventù" di Giordana e "Romanzo criminale" di Placido, esce venerdì nelle sale (in 200 copie ditribuite da Mikado) il film "Arrivederci amore ciao". Il noir, tratto dall'omonimo romanzo di Massimo Carlotto, è diretto da Michele Soavi e interpretato da Alessio Boni, nel ruolo del terrorista-criminale e da Michele Placido, in quello del poliziotto corrotto. Secondo Placido, il filo nero che lega queste tre storie è «il racconto del nostro recente passato, gli ultimi venti anni della storia d'Italia, pieni di scheletri negli armadi, di delitti commessi per cambiare il corso della politica. Ed è stato proprio questo volere ricordare e capire, che il pubblico ha mostrato di apprezzare. Anche al festival di Berlino, "Romanzo criminale" è stato amato dalla critica internazionale, che vede finalmente la cinematografia italiana tornare ai film di denuncia politica, sul genere di Rosi. Mi piacerebbe fare un film su chi ha ammazzato veramente Borsellino e Falcone. Bisogna trovare questo coraggio». Il noir nasce dal desiderio di Carlotto di narrare la parte peggiore della generazione degli Anni Settanta. Quella che ha imboccato la violenza scellerata della lotta armata e, una volta sconfitta, ha scelto di non pagare il conto con la giustizia, ma di entrare nella malavita per far parte dei criminali moderni. Come Giorgio Pellegrini (Alessio Boni), ex terrorista condannato all'ergastolo per un attentato in cui è rimasto ucciso un metronotte e che diventa latitante tra i guerriglieri in America Latina. Per ottenere la revisione del processo, l'assoluzione e quella vita normale, «da persona onesta, come tutti», Giorgio dovrà pagare un prezzo alto: diventare un killer. L'uomo che gli presenterà ogni volta il conto è Michele Placido, il dottor Anedda della Digos, un sardo corrotto e feroce. Attorno a loro, un universo di prostitute, banditi e donne dure, come Flora (Isabella Ferrari), che preferisce «perdere l'anima per salvare la faccia», ha detto ieri l'attrice. Tra politici, omicidi e famiglie «bene» del ricco nord est, c'è sempre quella canzone, "Arrivederci amore ciao" di Caterina Caselli, a fare da colonna sonora alla discesa infernale del protagonista. «Quelli della mia generazione avevano una concezione romantico-ribellistica della malavita — ha spiegato lo scrittore Carlotto —. Mi interessava mostrare come è oggi la criminalità, ripulita ma feroce». Alessio Boni è stato conquistato dal romanzo, ma «il mio personaggio mi ripugnava e mi attraeva insieme — ha precisato l'attore —. È il fiume carsico del male che scorre sotto la superficie cristallina della società. Negli ultimi anni ci siamo abituati ad essere troppo prudenti, dal punto di vista politico, informativo, televisivo e cinematografico».

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