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L'Orso graffia l'Italia

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Per la decisione finale pare sia sia stato determinate il voto della presidente, l'attrice inglese Charlotte Rampling. Berlino ha così premiato una storia al femminile, ambientata poco dopo la guerra di Sarajevo, dove sono protagoniste una madre single e la sua figlia dodicenne, Sara. Nel loro rapporto si delinea a mano a mano la verità degli orrori che hanno caratterizzato la guerra bosniaca, dove venivano allestiti dei veri e propri campi di concentramento per torturare la gente e stuprare le donne come forma di repressione. È un film duro, legato alle altre pellicole premiate da un filo comune: racconti di soprusi subiti in Paesi di guerra o in luoghi dove la libertà non ha modo di sopravvivere. La regista spera che il suo film «riapra il discorso sui criminali di guerra nella ex Jugoslavia e renda giustizia alle donne stuprate, che vivono con un sussidio di 15 euro al mese» . Durante la cerimonia, presentata dall'attore tedesco Actor Heino Ferch e per la prima volta in diretta, senza alcuna anticipazione sui nomi dei vincitori, sono stati poi assegnati l'Orso d'argento del Gran Premio della Giuria, ex aequo, al film danese "En Soap" di Pernille Fisher Christensen e a "Offside" dell'iraniano Jafar Panahi; l'Orso d'argento per il miglior regista è andato al britannico Michael Winterbottom e a Mat Whitecross per "Road to Guantanamo". Anche Winterbottom spera che la sua pellicola «sia di monito affinchè avvenga la chiusura definitiva della prigione cubana di Guantanamo, così come richiesto dall'Onu. Richiesta che però finora Bush ha ignorato». Un augurio che le cose cambino anche in Iran arriva pure da Panahi (Gran premio della giuria per "Offside"): «Questo film credo possa aiutare la situazione delle donne del mio Paese, che hanno tutto il diritto di andare allo stadio a vedere una partita, come i loro coetanei maschi. Invece questo piacere viene loro negato». L'Orso d'argento per la migliore attrice alla esordiente tedesca Sandra Hueller per il film "Requiem" di Hans Christian Schmid e l'Orso d'argento per il migliore attore al tedesco Moritz Bleibtreu per il film "Elementarteilchen" (Particelle elementari) di Oskar Roehler. L'Orso d'Argento per il miglior contributo artistico lo ha ricevuto Juergen Vogel, attore e coprodutttore di "Der freie Wille" (Libero Arbitrio) di Matthias Glasner (Germania). Un Orso d'Argento è poi sato conquistato per la miglior musica da Peter Kam per "Isabella" del cinese Pang Ho- Cheung. La migliore opera prima è invece "En soap" (Una telenovela), del danese Christensen. L'attrice italiana Valentina Cervi, tra i membri della giuria che ha giudicato le migliori opere prime, ha detto di «sentirsi gratificata dalla scelta delle pellicole. Fino all'ultimo ho dovuto lottare con gli altri due giurati, il serbo Goran Paskaljevic e l'austriaco Hans Weingartner, ma alla fine ho vinto io». Anche l'Italia ha portato a casa qualche riconoscimento. Il film argentino "El Custodio" di Rodrigo Moreno, coprodotto con l'Italia, ha ricevuto il premio per l'innovazione del Festival internazionale del cinema, dedicato alla memoria di Alfred Bauer, fondatore della Berlinale. E anche il film italo cinese "La guerra dei fiori rossi" di Zhang Yuan, che ha partecipato al festival nella sezione Panorama Special, ha ricevuto il premio della confederazione dei cinema d'essai (International Confederation of Arthouse Cinemas). Prodotto da Marco Muller in associazione con Rai Cinema, Istituto Luce e la cinese Good Tidings, il film verrà presto distribuito nelle sale italiane dal Luce. Dopo il consenso ottenuto in Usa, al Sundance Film Fest, dove è stato presentato il mese scorso, anche Berlino ha riservato al film una caldissima accoglienza. Persino il settimanale Variety ha scritto che «Zang Yuan, ha realizzato per gli adulti una pellicola che parla di bambini e che ricorda uno «Zero in condotta», ambientato nei primi anni della Riv

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