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Pochi abiti e tanta bravura, Monica superstar

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La Bellucci si rivela grande attrice in una commedia dell'esperto Blier

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UN FILM su Monica Bellucci. Tutto per lei. Finalmente! Moglie di un attore, Vincent Cassel, nel cinema da quindici anni, solo adesso, con Bertrand Blier, registra di solide commedie, ha trovato il suo Pigmalione. Pronto a costruirle un film che la coinvolge dal principio alla fine, partendo scopertamente dalla sua bellezza, sempre esaltata, ma facendola approdare anche a un modo di viverla e di «recitarla» che non tarda a rivelarcela attrice vera, con tutte le sfumature e le sottigliezze che non vengono mai meno; neanche nelle pagine in cui si fa generosamente spazio al nudo. Monica Bellucci, dunque. Siamo a Parigi, in quel quartiere di Pigalle, il primo a definirsi, nel costume europeo, «a luci rosse». La ospita una «casa» si chiama Daniela, è di origini italiane, e si presenta un giovanotto, François, che dicendole di aver vinto al lotto, le propone di andare a vivere con lui, a 100.000 Euro al mese. Lei accetta, fa con François, tutti i gesti dell'amore e del sesso, ma a Pigalle ha lasciato Charlie, un mezzo gangster un po' suo amante un po' suo protettore e, annoiata da quella sua nuova vita per bene, torna da lui. Però è mutata perché l'amore vero e «dolce» di François, non riesce più a farle accettare il sesso senza sentimento di Charlie, così cerca di rientrare nella vita dell'altro e, dopo un ameno scontro-dibattito con Charlie, alla fine pronto a cederla a caro prezzo, resta con François anche quando apprende che la vincita al lotto era una bugia. Con un finale fra l'allegoria e il paradosso in cui faranno pace tutti e in cui si potrà dimostrare che il sesso senza l'amore non dura. Naturalmente, per Blier, siamo ancora sul versante della commedia, non però secondo schemi solo facili. Le situazioni sono dosate con abilità e, spesso con furbizia, i ritmi, cadenzati da equivoci e da sorprese, sono in genere piuttosto disinvolti e i passaggi dal sesso ai sentimenti non sono mai forzati né, soprattutto, retorici, perché li sostiene una vitalità rispecchiata anche da un floregio di dialoghi fra la cronaca e il brio e un sottofondo quanto mai puntuale di un «bel canto» italiano. Mentre i tre personaggi principali svelano ciascuno psicologie tratteggiate con accenti saldi: il timido François, sottilmente interpretato da un finissimo Bernard Campan, il virulento Charlie, con cui Gérard Depardieu tenta con efficacia la caricatura di un gangster e poi, ma non da ultimo, Monica Bellucci capace, per il suo personaggio, nudo o vestito, di rilevare doti fino ad oggi ignorate di malizia, di grazia, di tenerezza. Con il dominio pieno dei suoi mezzi espressivi. Adesso recita. Anche con la bellezza.

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