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di GIAN LUIGI RONDI LA NEVE NEL CUORE, di Thomas Bezucha, con Diane Keaton, Sarah Jessica Parker, Dermot ...

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ANCORA una famiglia americana. In una cittadina universitaria del New England. Ancora una occasione conviviale: non per il Giorno del Ringraziamento, questa volta, ma per le festività natalizie. E ancora la presentazione di qualcuno estraneo al gruppo. Non una persona di colore, quella c'è già e molto ben accolta (è il compagno di uno dei figli), ma la fidanzata, Meredith, del figlio maggiore, Everett, una donna in carriera di New York tanto più impettita, rigida, impeccabile quanto tutti gli altri, lì, sono disinibiti e anticonformisti, spesso passando la misura. Subito così Meredith si sente a disagio e per superare un po' quell'impatto poco gradevole non solo si trasferisce in un albergo ma fa venire da New York sua sorella Julie perché la sostenga. L'altra non è come lei, assomiglia abbastanza a tutti i membri di quella famiglia in cui è stata introdotta e anzi la fraternizzazione è tale che Everett si innamora di lei, ricambiato. Meredith, però, non resterà a bocca asciutta perché c'è lì pronto Ben, un altro fratello, che si darà subito da fare per consolarla. Anziché un matrimonio, così, ce ne saranno due. Anche se domani ci sarà una data luttuosa. Tutto già visto e tutto, quindi, prevedibile. Il regista quasi esordiente Thomas Bezucha, che se n'è fatto carico scrivendosi anche il testo, ha riscattato in parte questa mancanza di originalità puntualizzando con qualche guizzo i caratteri e gli atteggiamenti dei singoli personaggi. Non solo quello della protagonista, secondo gli schemi consueti delle dirigenti d'azienda americane, modi decisi, gesti autoritari, un linguaggio quasi sempre da libro stampato, ma quello dei molti altri attorno a lei. Il fidanzato, naturalmente, sulle prime, negli atteggiamenti, quasi simile a lei, presto però coinvolto dai climi che si respirano in quella famiglia di cui riprende tutte le abitudini. E poi molti degli altri, compresi i figli piccoli, anch'essi senza remore. Un po' più sbiadito il padre, insegnante in una scuola della città, colorita, invece, la madre, in equilibrio attento fra la leggerezza e la saggezza, sempre con qualche pizzico di malizia. Se la si segue convinti lo si deve però soprattutto al fatto che, a interpretarla, c'è Diane Keaton, per nulla preoccupata degli anni che cominciano a pesare su di lei e affascinante e spigliata come, in cifre ovviamente più serie, la ricordavamo nei film di Woody Allen. La newyorkese intrusa è Sarah Jessica Parker, molto più convincente quando esibisce cipigli e durezze, il fidanzato che lascia presto è Dermot Mulroney che si ricorderà, forse, in «A proposito di Smith». Anche lì abbastanza scialbo.

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