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Balaam, i Magi e la luce dell'Epifania

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Le interpretazioni iconografiche della Teofania di Cristo ai potenti re dell'epoca

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Egli fra le altre cose predisse anche questo: "sorgerà una stella da Giacobbe, che disperderà i figli di Moab". Pertanto gli altri indovini e maghi tramandarono la profezia che raggiunse maghi e re dei Persiani che vigilavano con cura, qualora avessero visto questo astro. Come astronomi, appena videro la stella di Cristo, che non faceva il corso come tutti gli altri astri da oriente ad occidente, ma verso mezzogiorno, conobbero che manifestava la nascita del Grande Re». Un antico sinassario del X secolo conservato nel Monastero di Santa Maria di Grottaferrata, conferma il nome del responsabile primo del Viaggio dei Magi a Betlemme. È Balaam l'uomo della Stella e l'annunciatore della luce. È un pagano e un cercatore di prodigi che apre le porte per la comprensione del messaggio ultimo della salvezza dell'uomo. Il libro di preghiere dell'Abbazia di San Nilo conferma la strada scelta da Dio per arrivare immediatamente al cuore della scienza antica con l'annuncio dell'evento più sconvolgente della Storia. Dio mette il Vangelo a disposizione dei veggenti in anticipo e genera le premesse del superamento del paganesimo. Origene, già nel II secolo, osserva che i Maghi d'Oriente non erano per nulla disinteressati nel loro viaggio: «Avendo compreso in anticipo che il potere del nuovo re vinceva quello di tutti i demoni, nonchè tutti i poteri e le apparizioni correnti, decisero di rendergli omaggio». Anche gli studiosi di oggi, come Thomas Mathews, esperto di arte paleocristiana alla New York University, ritengono che la visita dei Magi abbia avuto come motore principale la necessità di verificare il primato della magia di Cristo su quella di tutti gli stregoni e incantatori del mondo antico. Fino a qui arriva la spiegazione della genesi umana della vicenda storica. I Magi, in realtà erano interpreti di una rappresentazione di tipo sovrannaturale di cui avrebbero capito il significato solo a pellegrinaggio compiuto. L'incontro dei Re con il Cristo Bambino è il momento in cui l'incarnazione del Dio si manifesta. Nella grotta di Betlemme c'era stata una prima teofania, riservata agli umili e ai vicini, quasi un evento domestico. La visita dei saggi persiani è la teofania di portata universale. I potenti si recano al centro della terra per riconoscere il Padrone del Mondo. Solo la loro scienza può scoprire il mistero, che è nascosto ai potenti come Erode e ai soldati romani e ai mercanti. Lo scienziato cerca con sollecitudine e umiltà. Si fa aiutare (o sviare) dalle autorità costituite o dai viandanti, tutto pur di raggiungere la verità. La cometa è la luce della idea fissa dei re persiani: incontrare il Re dei Giudei. I doni che portano sono componenti delle pozioni magiche (incenso, mirra) e fogli d'oro su cui vengono scritti gli incantesimi. Vanno ad un atto di resa incondizionata: i Re si sottopongono al Re dei Re, non dopo un conflitto, ma in base alla sapienza della Profezia. L'iconografia cristiana dei primi secoli dà all'evento dell'Epifania un posto assolutamente prioritario, usando i canoni descrittivi con cui i Romani illustrano l'omaggio obbligato dei vinti agli imperatori dopo la sconfitta. La rappresentazione si trova fra le primissime pitture catacombali cristiane nel Cimitero di Santa Priscilla in Roma, nella cosiddetta Cappella Greca, non casualmente nello stesso luogo e nello stesso periodo in cui Maria allattante è ritratta insieme a Balaam che indica la stella dell'annuncio della Salvezza. Un importantissimo, quanto poco conosciuto vaso del periodo di Valente (IV secolo) esposto al museo archeologico romano di Palazzo Massimo a Roma, illustra però l'intero e più profondo significato della Teofania apparsa ai Magi. Il cratere in pietra grigia di grandi dimensioni, forse usato per acque lustrali o battesimali, mostra da un lato, in rilievo la figura (purtroppo in parte abrasa) della Madonna in trono che regge sulle ginocchia il Bambino trionfante. La Madre è anche in questo caso intenta nell'atto di allattare. In sens

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