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Umbria jazz vende felpe per New Orleans

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Quest'anno il direttore artistico Carlo Pagnotta e i suoi collaboratori hanno voluto tangibilmente aiutare la città di New Orleans, colpita dall'uragano Katrina, con una iniziativa che porterà nelle casse della città almeno 80.000 euro. Saranno infatti poste in vendita a 40 euro l'una 2000 felpe con la scritta Umbria Jazz Loves New Orleans. «Nessun concerto - ha detto Pagnotta - riuscirebbe mai ad incassare 80.000 euro da devolvere per la ricostruzione della città del jazz. Non è una cifra enorme però unita a tutto ciò che viene fatto dai vari festival del mondo, queste gocce possono trasformarsi in una grande bottiglia. La città stenta a riprendersi. Il turismo è assente. Gli alberghi, quelli che non hanno subito danni, ospitano solo le persone dell'amministrazione e quelle che lavorano per la città. Tanto, che è in forse il Festival del Jazz che ogni anno si svolge a New Orleans. Molti musicisti hanno perso tutto, anche gli strumenti. Alcuni di loro, pur di suonare, hanno acquistato strumenti di latta, quelli che vengono regalati ai bambini e con questi improvvisano delle jam nelle strade». Quest'anno Orvieto ospiterà ben trenta musicisti della Louisiana che si esibiranno nella varie location della città. E siamo certi che saranno accolti con maggior calore degli scorsi anni. Umbria Jazz Winter avrà un'altra grande attrattiva. Per la prima volta in Italia arriveranno i nipoti e pronipoti di quel grande chitarrista zingaro che fu Django Reinhardt, scomparso ormai da oltre 50 anni. Orvieto sarà invasa di chitarristi, violinisti, fisarmonicisti che faranno rivivere la musica di Django e Stephane Grappelli. Momento unico e irripetibile per ascoltarli insieme. Accanto a nomi noti come quelli del chitarrista Bireli Lagrene, del violinista Didier Lockwood e del fisarmonicista Marcel Azzola, ne ascolteremo altri meno celebri, ma altrettanto validi. «Metterli insieme è stato difficilissimo - dice ancora Pagnotta - perché c'è chi vive a Parigi, chi in Olanda, chi in Belgio, chi nelle roulotte, perché molti di questi non amano gli alberghi, tant'è che qualcuno arriverà ad Orvieto proprio con la sua roulotte». Accanto agli zingari manouche, ad Orvieto ascolteremo anche Francesco Cafiso alla testa di un suo quartetto americano e il chitarrista John Scofield.

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