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Chicken Little, il polletto Disney buono per tutta la famiglia

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ANCHE senza la Pixar e il suo studio di effetti speciali, la grande Disney non delude. Al contrario. Si veda — possibilmente insieme con tutta la famiglia — questo film interamente realizzato al computer e in tre dimensioni da un registra esordiente, Mark Dindel, sostenuto però da un gruppo di animatori e di tecnici fra i più provveduti. A servizio, tutti insieme, di una storia che ripresa da una serie di favole e da certi modi di dire dei bambini americani, prende, come spunto, un personaggio del tutto nuovo per gli schermi, un pulcino (un po' simile al nostro Calimero), che si nutre di fantasie e di paure. In una città chiamata Quercia Ghiandosa popolata solo da animali che, come sempre della Disney, si comportano alla stregua degli umani: i topi, cioè, vendono formaggio, i pipistrelli fanno gli oculisti, mentre al loro fianco i tori commerciano in porcellane e i pinguini (ovviamente) in abiti sa sera. Poiché Chicken Little, come ci dice quel «Little», è piccolo, e quindi timido e fragile, nessuno lo prende mai sul serio, così quando avvista un oggetto volante e da l'allarme tutti, dopo un attimo di panico, si fanno beffe di lui, umiliando al massimo il suo papà Gallo disperato dall'idea di avere un figlio come lui. Ma arriverà presto il riscatto perché gli Alieni, che hanno smarrito un loro piccolo sulla Terra, torneranno con tutti gli armamenti a disposizione pronti a distruggere la cittadina e, uno a uno, i suoi abitanti. Con il risultato che Chicken Little, avendo incontrato il loro piccolo ed avendolo subito protetto (come E.T.), riuscirà a domare, restituendolo, quella terrificante Guerra dei mondi e tutto rientrerà nell'ordine. Non c'è però solo questa parafrasi di contese aliene da tempo viste al cinema, ma ci sono, tenerissimi, i rapporti prima difficili poi finalmente comprensivi fra il pulcino e il suo papà e, altrettanto in primo piano, i rapporti solidali di amici che credono in lui e lo sostengono, da un suino grasso con piccole zampette, a una papera per nulla petulante, a un pesce che, vivendo fuor dall'acqua, si porta in testa una sorta d'acquario. Tutti vivaci, ben modellati, affidati a ritmi giocosissimi che, con disinvoltura quasi frenetica, alternano l'affannata vicenda in cifre belliche con pause tutte sentimenti e, tra le pieghe, un'infinità di sberleffi comici. Insomma uno spasso. Propinato con intelligenza e molto gusto. Ancora un gioiello della Disney.

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