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di LORENZO TOZZI LA NOTIZIA c'è tutta: una stella del rock si dedica alla lirica.

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Il suo «Ca ira» sarà di scena al Parco della musica (Sala Santa Cecilia) domani e dopodomani per la fondazione «Musica per Roma» e si annuncia già di per sè un evento. Un allestimento semiscenico che coinvolge l'Orchestra Roma Sinfonietta sotto la direzione di Rick Wentworth e ben tre cori (il «Lirico Sinfonico Romano, il «Claudio Casini» dell'Università di Tor Vergata e quello di voci bianche Alessandro Longo diretti da Stefano Cucci). Al 1989, anno delle celebrazioni bicentenarie della Rivoluzione francese, data il primo progetto di collaborazione tra il composiutore ed il librettista francese Etienne Roda Gil (famoso paroliere di canzoni di Juliette Greco e Johnny Holliday), un progetto poi sospeso a lungo in seguito alla morte per leucemia della moglie di lui Nadine. Storica l'ambientazione dell'opera, che si svolge appunto tra i tumulti della rivoluzione parigina ed il sottotitolo «There is hope» la dice lunga sull'intento ideologico della partitura, che dopo la follia collettiva e lo spargimento di tanto sangue apre i cuori alla speranza di un mondo migliore e più giusto. Waters, non nuovo ad imprese del genere visti temi affrontati in «The Wall», afferma la lotta dell'individuo per il cambiamento della società e per la giustizia sociale. La grande rivoluzione viene infatti riletta come metafora del cambiamento e della crescita dell' umanità. «Ho catturato molto - dice il compositore - del lavoro originale di Etienne, facendo qualche aggiunta. Nonostante sia radicata nella storia della rivoluzione, credo che il suo contenuto filosofico sia comunque contemporaneo. È più di un mero racconto della Rivoluzione francese: è una descrizione della forza umana impiegata nella lotta per il cambiamento». La vicenda si svolge agli albori della Rivoluzione, spinta da ideali egualitari e non ancora approdata al Terrore ed alla ghigliottina, con una umanità intenta alla affermazione degli ideali di eguaglianza, fratellanza, giustizia e libertà. Il titolo prende spunto da una celebre canzone popolare cantata dai sanculotti parigini, inneggiante alla speranza in un domani migliore. Tra i solisti di canto: il tenore americano Paul Groves, il baritono John Relyea, i soprani Ying Huang e Sarah Leonard, il baritono Keel Watson.

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