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di DINA D'ISA NON E' semplicemente un film, né solo un documentario: è un'avventura nella zona più remota ...

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Per realizzare «La marcia dei pinguini», dal 18 novembre nelle sale, il regista francese Luc Jacquet ha speso nove mesi, a 40 gradi sotto zero, nei pressi della base scientifica Dumont d'Urville, con una troupe di 28 persone. Il film solo in Usa ha già incassato 80 milioni di dollari superando con disinvoltra gli incassi de «La guerra dei mondi». Se nella versione americana, come voce narrante, c'è Morgan Freeman e in quella francese ci sono Charles Bering, Romane Bohringer e Jules Siruk, per la versione italiana è stato scelto Fiorello. Durante la registrazione, ha svelato, «usavo la giacca a vento. Noi uomini dovremmo prendere esempio dai pinguini maschi che marciano per 20 giorni e 20 notti, a temperature impossibili, pur d'incontrare le loro compagne». Per il regista Jacquet, che sarà domani a Roma, quello dei «Pinguini Imperatore è un popolo maledetto, favoloso, oceanico, capace d'immergersi a 400 metri di profondità, di restare in apnea per 20 minuti e, per riprodursi, cammina per chilometri, fino all'estrema punta della costa antartica, lontano dal mare. Più volte abbiamo rischiato di avvicinarci troppo alla colonia e di mandare così al tappeto 200 uova. Quando il vento soffiava fino a 250 chilometri all'ora, la neve si polverizzava provocando il white out: i pinguini reagivano con dolcezza, mettendosi vicini per creare una barriera protettiva. È triste pensare che il surriscaldamento del pianeta, pari a 2 o 5 gradi in più della temperatura attuale, rappresenta un serio rischio per loro: se, riducendosi la banchina, il surriscaldamento semplificherà il compito nella loro marcia dell'amore, i pinguini troveranno però molto meno da mangiare». Il film sull'epopea antartica è iniziato quasi per caso, con un annuncio che diceva: cercasi biologo che non abbia paura di niente, pronto a partire per 14 mesi ai confini del mondo, al quale Jaquet ha subito aderito. Su tutto affiora la poesia del coreografico corteggiamento dei pinguini che, per amarsi, danzano e cantano, digiunando mesi interi.

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