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Costanzo-Assad, la Palestina per l'Oscar

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Esce nel week-end «Paradise now», storia dei kamikaze di Hamas

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Sarà l'Academy ad annunciare poi la rosa delle nomination, il 31 gennaio 2006. Ieri mattina, è giunto intanto a Roma il regista palestinese Abu-Assad, per presentare «Paradise now», film scandalo dell'ultimo festival di Berlino - premiato da Amnesty International - e da sabato nelle sale distribuito da Lucky Red. Dal regista stesso definito un thriller, il film - memore della lezione di «Sergio Leone e del grande cinema italiano di Bertolucci e Pasolini» - racconta le 24 ore che precedono le azioni suicide dei kamikaze di Hamas. Protagonisti sono due amici, Kaled e Said, chiamati dalla resistenza clandestina ad immolarsi per la lotta, facendosi esplodere in Israele come «Martiri di Dio». Anche Suha, una giovane donna, condivide con Said e Kaled il sogno di una Palestina libera, ma crede che gli attentati suicidi non risolvano il problema e allontanino la pace. «Sono contento di correre per una causa e non per un Paese - ha detto ieri Abu-Assad - Ho realizzato una sorta di thriller, raccontando anche di noi Palestinesi, che non abbiamo più la nostra terra, la nostra storia: per non far cadere nell'oblio il nostro dramma, uso il racconto proprio come hanno fatto gli Israeliani quando non avevano la loro terra. Non c'é volontà da parte dello Stato israeliano di risolvere il problema: controlla i confini dei due Paesi e, per il diritto internazionale, è responsabile anche di ciò che accade in Palestina. Mentre giravo il film a Nablus, l'esercito israeliano non ci ha certo facilitato: siamo stati bersaglio anche di qualche missile. Sono contro la violenza: usandola facciamo gli stessi errori degli occupanti», ha concluso il regista, il quale, riferendosi poi al quattordicenne palestinese arrestato l'altro ieri a Nablus, perché sembra volesse compiere un attentato suicida, ha aggiunto che «finché non si arriverà a dare gli stessi diritti ai Palestinesi questo succederà ancora». Lunedì sera, è stato invece festeggiato nella Casa del Cinema di Roma il film italiano in corsa per le nomination. Il pluripremiato «Private» di Saverio Costanzo - prodotto da OffSide, Istituto Luce e Cydonia - sta in questi giorni riscuotendo molto successo anche come Dvd: «Nel mio film narro come vivono nel privato Palestinesi e Israeliani, restando ospite di una famiglia a Gaza per sei mesi. La voglia di raccontare la Palestina è di qualsiasi documentarista che si approcci ad una cultura diversa: bisognerebbe investire nella educazione del non odio, molto sentito dai giovani che vivono il conflitto tra Israele e Palesina. Mi ha stupito che un film così piccolo, come il mio, abbia avuto tanti riconoscimenti, sono consapevole della difficoltà di entrare nella rosa delle nomination. Non sono un uomo di ribalta, sono riservato e non mondano. La fortuna è nella volontà e nel talento», ha concluso Costanzo che sta terminando la sceneggiatura di un nuovo film dal titolo provvisorio «Il Gesuita perfetto», tratto dall'omonimo libro di Furio Monicelli. È «l'analisi di uno spazio chiuso, la vita all'interno di un luogo rappresentativo di una esperienza religiosa: oggi, non si può non essere religiosi».

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