Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Un fenomeno che tiene testa a Harry Potter

default_image

  • a
  • a
  • a

Minuscolo e arguto il topo tutt'orecchi, faceva illanguidire le torme infantili degli anni del boom economico, quando vezzoso piegava il capino per sussurrare «cosa mi dici maiiii». Era un topo-fenomeno squisitamente televisivo: scarso merchandising, a parte qualche pupazzo natalizio. Gigio sguazzava felice nel vuoto di una letteratura per l'infanzia che non c'era (i classici tipo Piccole donne, Pattini d'argento, I ragazzi della Via Paal, Moby Dick e Julius Verne erano un mondo a parte). Ed è sopravvissuto al logorio dei tempi, inossidabile quasi quanto il cugino d'Oltreoceano Mickey Mouse. Finchè è arrivato il ciclone Geronimo Stilton, topo giornalista e direttore dell'Eco del Roditore, che in un paese dove si legge un libro a testa all'anno, è sembrato un miracolo. Dapprima Geronimo s'è appalesato sotto forma di libri decisamente accattivanti. Una lettura veloce e simpatica grazie alle paroline che saltellano e ricamano ghirigori colorati sulla pagina dove non manca mai un disegno che ricorda la scena più saliente. I libri scritti così si divorano da una parte all'altra del globo terrestre. E il fenomeno Stilton, tutto made in Italy, è decollato in un batter d'occhio diventando addirittura rivale di Harry Potter. Pubblicato prima da Dami e poi da Piemme, Geronimo Stilton è sulla scena editoriale da circa dieci anni e ha sfornato 123 titoli (tra libri, audio libri e CD) tradotti ovunque dagli Stati Uniti alla Cina. La multinazionale Geronimo Stilton fabbrica di tutto compresi due toponi giganteschi (Geronimo e la pseudo fidanzata Tenebrosa) che, ad ogni nuova uscita di libro, si materializzano nelle librerie catapultando frotte di bambini impazziti. Geronimo e Tenebrosa pur non avendo voci topesche sono irresistibili. Fior fiore di sociologi, psicologi e neuropsichiatri infantili hanno cercato d'ingabbiare la Stiltonmania in qualche interpretazione socio-psico-storicoletteraria. In realtà è l'eterno-topino che affonda le sue radici nella notte dei tempi, dal topo saggio e furbo delle favole di Esopo che tratta da pari il leone re degli animali a quella creatura luciferina che riemerge dal sottosuolo rosicchiando le assi di legno del pavimento come il Re Topo dello Schiaccianoci. Insomma il topo antropomorfo e umanizzato aiuta a combattere il terrore per le tenebre ed è una proiezione di tutte le paure infantili. Perchè il topo, di per sè, fa paura. E una volta, quando non c'erano i cassonetti della spazzatura, era capace anche di mangiare la faccia dei neonati che dormivano nelle culle. È per questo che tanti topini simpatici e arguti affollano le favole e i fumetti. Ma resta l'ambiguità per quel misto di repulsione e simpatia, per quella sua origine comunque sospetta. Le fogne sono come le viscere della terra, come l'inferno. E la creatura che proviene da lì sotto è inquietante. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Nel mondo manicheo delle favole il lupo è cattivo, e basta. Il topo è invece un personaggio a luci e ombre. Per esorcizzare i suoi poteri malefici lo costringiamo a portare il regalino nel cuore della notte a ogni caduta di dente. Oppure lo amiamo alla follia, aldilà del buonsenso, come Mickey Mouse. Un esercito di eroi positivi come tanti roditori di memoria disneyana da Basil l'investigatopo agli amici di Cenerentola. L'elemento principale di molti libri per ragazzi è dunque la paura: in Harry Potter va a braccetto con la magia. Geronimo Stilton è invece un unicum, paura poca, avventura e risate tante. I suoi libri sono un'avventura per tutti e cinque i sensi. Si leggono e si annusano. L'ultima fatica letteraria della saga di Stilton «Alla Ricerca della Felicità» (Piemme editori, 22 euro) sprigiona un irresistibile profumo di cioccolata. Nel precedente «Regno della Fantasia» c'erano puzze di tutti i generi: di zolfo di strega, fumo di drago, di piedi dei Troll ma anche profumi inebrianti come quello dell'erba verde dei folletti e della brezza marina delle sirene. Geronimo piace ai bambini perchè è un «topo come loro», fa il coraggioso ma ha paur

Dai blog