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La rivincita delle «allodole» Arslan vince il Premio Pen

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Ispirato ai ricordi familiari dell'autrice, il libro è il racconto della tragedia armena e della struggente nostalgia per una terra e una felicità perdute. La masseria raccontata è la casa, sulle colline dell'Anatolia, dove nel maggio 1915, all' inizio dello sterminio degli armeni da parte dei turchi, vengono trucidati i maschi della famiglia, adulti e bambini, e da dove comincia l'odissea delle donne, trascinate fino in Siria attraverso atroci marce forzate e campi di prigionia. Antonia Arslan, laureata in archeologia, è stata docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Padova; prima di questo romanzo aveva pubblicato saggistica, anche sulla letteratura femminile. La Arslan, che l'hanno scorso «perse» il Campiello, andato a Paola Mastrocola, per due soli punti. Oggi al Castello di Compiano (in provincia di Parma) ha preceduto, tra gli altri quattro finalisti, anche il caso letterario vincitore del Campiello Opera Prima 2005, Alessandro Piperno («Con le peggiori intenzioni», Mondadori). Gli altri finalisti erano Alberto Ongaro («La taverna del Doge Loredan», Piemme), Maurizio Maggiani («Il viaggiatore notturno», Feltrinelli), Eraldo Affinati («Secoli di gioventu», Mondadori). Il presidente del Pen Club, Lucio Lami, ha consegnato alla vincitrice 2.600 euro, mentre tutti i finalisti hanno ricevuto un'opera originale di Claudio Sacchi e 500 euro. Lami ha voluto sottolineare «il particolare significato di questo "antipremio", ormai affermato grazie a un sistema a doppia votazione che ci evita di entrare nel novero dei riconoscimenti letterari pilotati dall'industria editoriale».

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