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Valeria Valeri: «Teatro e Tv le fissazioni della mia vita»

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Come le va il lavoro? «Molto, molto bene. Sono impegnata in televisione per la fiction "Una famiglia in giallo". È stato un successo di Raiuno. Un successo che mi aspettavo. E mi sto preparando ad una tournée al seguito di Eric Emanuel Smith, un grande autore di teatro francese. Un autore giovanissimo che ha già riscosso molti successi». Che ruolo interpreterà? «Mi cimenterò nel difficile compito di interpretare un monologo sulla religione cristiana». Crede in Dio? «È un argomento difficile. Ho tanta fede. È un discorso che faccio spesso a me stessa. Appartiene alla mia sfera privata». La famiglia è un valore? «Assolutamente sì. La famiglia è una cellula indispensabile ed indistruttibile. Può essere a volte un rifugio, a volte un momento di grande slancio per la vita e anche per la professione». Come ricorda Enrico Maria Salerno? «Un uomo delizioso, un attore professionista impeccabile. Che peccato non sia più su questa terra». Che racconto è la sua vita professionale? «Un racconto sicuramente affascinante ma impossibile da costruire. La mia carriera è stata importante e ricca. Esauriente sotto tantissimi aspetti». Come si considera? «Mi considero un artista con oltre cinquant'anni di lavoro importante da protagonista». Grande attrice? «Questo lo dice lei. Certo, sono stata spesso ai massimi livelli». Quando ha cominciato? «Sono dedita al teatro sin dal 1950. L'anno nel quale ho debuttato, avevo rinunciato a fare l'annunciatrice radiofonica». Ricorda il suo debutto? «Nella compagnia di Laura Carli, recitando in "Caldo e freddo", poi "La brocca rossa", e "Svegliati e canta"». E la televisione, quando è arrivata? «Era il 1953. La fortunata e famosa serie TV "La famiglia Benvenuti", proprio al fianco di Enrico Maria Salerno, mio compagno di vita per tantissimi anni». Ed ora cosa si aspetta o cosa chiede alla vita? «Non mi aspetto niente. Lavoro con la stessa dedizione e lo stesso entusiasmo di sempre. E chiedo alla vita tanta salute».

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