Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Le serate folli da Visconti e i paparazzi «Quella rissa fra la Lollo e la Dellera»

default_image

  • a
  • a
  • a

Le interviste con Enrico Lucherini, il padre di tutti i press-agent del mondo dello spettacolo, o forse solo di quelli bravi, cominciano sempre così. Lui, il comunicatore per eccellenza, si schermisce, rinvia, prende tempo. «Ho appena regalato i costumi di scena alle giornaliste che ho fatto recitare in "Orgoglio 3"», divaga («ma l'avevo già fatto chiamando dei veri nobili sul set di Divina Creatura, il film di Peppino Patroni Griffi. Fecero più notizia loro della Antonelli») ritornando con la memoria a qualcuno degli episodi che si vorrebbe carpirgli. Quando, a Roma, la Vita era ancora Dolce. Responsabile di una quantità di segreti-vip che schiaccerebbe anche il capo della Cia, durante le interviste Lucherini è come il duca nel proprio dominio. Perfettamente a suo agio. L'incontro, come da rituale, si svolge a casa sua (che è annessa allo studio; il dominio, appunto), un appartamento a due passi da piazza Ungheria, ma non ancora travolto dal suk e dal traffico di viale Parioli. «Qui di fronte ci abitava Edda. Ma come chi? Ciano, no?». Lucherini chiama tutti per nome, non c'è verso. Visconti è Luchino, Patroni Griffi è Peppino, Mastroianni è Marcello, Loren è Sophia. Solo Lollobrigida resta Lollo. «Perché con lei non c'è mai stato feeling, dal momento che io avevo cominciato con Sophia. Una ruggine che è durata fino alla fine degli anni '80, quando io e Matteo (Spinola, suo socio storico. Ormai da anni Lucherini lavora con una squadra di grandi talenti come Gianluca Pignatelli, la nipote Benedetta Lucherini ed Alessandro Russo) ci occupammo del lancio de "La Romana", fiction di Canale 5 tratta dal film di Zampa. Lollo era la mamma della protagonista, interpretata da Francesca (non c'è verso...Dellera!). Ammetto che per fare notizia sul set abbiamo attizzato la loro rivalità in ogni modo, ma il clou è avvenuto alla conferenza stampa, con Moravia ormai quasi sordo e Peppino (Patroni Griffi...regista del remake). Cioè quando la Lollo ha accusato la Dellera di essere la responsabile della necessità di doppiare il film, vista la difficoltà nel dire le battute. E Francesca, davanti a decine di giornalisti, ha risposto "Veramente, signora, abbiamo dovuto doppiare tutto perché nelle scene girate si sentiva la voce del suo suggeritore". È successo l'inferno! Se ben ricordo Peppino ha preso anche un paio di schiaffi nel tentativo di separarle». Nel suo appartamento, Lucherini ha ospitato gli incontri tra le firme più prestigiose del giornalismo italiano ed i protagonisti dello star-system d'Italia e, in molti casi, del mondo. Seduti sul letto, a volte per terra. E le conferenze stampa tradizionali di colpo sono diventate vecchie. Mentre lui è rimasto giovane. Al punto da lanciare senza imbarazzi anche il film di Costantino e Daniele "Troppo belli". «Beh, certo, con loro ho fatto pochissima fatica, perché erano già sovraesposti in tv. Senza la quale, invece, i giovani attori che ho lanciato, Loren compresa, lo erano molto meno. Cosa che invece non è successa a Maria Valverde, la giovanissima interprete di "Melissa P.", il film prodotto da Francesca (stavolta è la Neri, ndr). Non abbiamo chiamato nessuno sul set, che era blindatissimo. E fino all'uscita del film, della protagonista in giro c'è soltanto una foto. Mistero, ma voluto. Mi diverto molto a lavorare con i giovani». Già, il divertimento. Cos'era il divertimento nella Roma degli anni '60? «Casa Visconti, senza dubbio. Lì ci divertivamo da pazzi. Perché "lui" era il divertimento. C'è stato un periodo che la villa di Luchino (sulla Salaria, ndr) era una delle case più ambite di Roma per gli incontri, e le risate, che potevi farci. Si guardava insieme cose tipo "Sanremo" o "Canzonissima", i primi, cosiddetti "gruppi d'ascolto", e lui si divertiva a prendere in giro tutti: attori, cantanti, ospiti d'onore. Salvo poi ammettere che in fondo gli piacevano. Al punto che ne chiamò un paio, la Caselli e Iva Zanicchi, in "Gruppo di famiglia in un interno", forse il suo film più autobiografico». Essere un press-

Dai blog