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Stallone costretto a fare «Rambo IV» a 59 anni e Ford sarà ancora Indiana Jones a 63. Continua la caccia all'erede di Connery

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A parte le esigenze di copione sembra che l'attuale governatore della California, ironico come sempre, voglia esprimere il desiderio di togliersi di dosso quei chiletti di troppo che inevitabilmente si depositano con l'età. Il problema non è solo suo, ma per chi è una star è ancora più drammatico. Hollywood proibisce ai suoi divi di invecchiare e li alletta con ingaggi da favola. «Se saprai mantenerti giovane - sembra dire la fabbrica dei sogni - da noi avrai sempre milioni di dollari». E così un'intera generazione di attori tenta di rimanere fedele a se stessa. A dispetto dell'anagrafe. Arnold, simpatico austriaco conquistatore dell'America oggi cinquantasettenne, non è più in grado di sfoggiare lo statuario nudo integrale (rigorosamente di spalle, per carità) del primo «Terminator» firmato da James Cameron nel 1984. Arnold, aiutato da sapienti inquadrature e qualche effetto speciale, ha promesso che, impegni politici a parte, continuerà a fare Terminator fino a che il pubblico vorrà. E i colleghi della sua generazione non sono da meno. Il simpatico Michael Sylvester Enzio Stallone, che per le locandine ha fatto sparire un paio di nomi, si appresta a prendere per la quarta volta le armi del guerriero Rambo. Sylvester Stallone non pago di aver sottoposto il pubblico a ben cinque «Rocky» sceneggierà, dirigerà e interpreterà «Rambo IV». Il primo ciak è previsto a Sofia nel gennaio 2006, altre riprese verranno effettuate in India e Stati Uniti. La guerra in Vietnam è finita da trent'anni, ha ancora senso andare in giro a torso nudo, con la fascetta sulla testa e sparacchiando trascinandosi dietro una specie di cannoncino da contraerea? Evidentemente sì, per Hollywood, visto che una importante casa di produzione ha acquisito i diritti del personaggio e ha dato mandato a Stallone, che vanta gli alti più alti e i bassi più bassi della storia dello star-system, di portare sul grande schermo il nuovo film. Nato dal romanzo «Primo sangue» di David Morrell, John Rambo, psicopatico, fragile e al tempo stesso abile e letale è una figura che ha più spessore di quello che abitualmente gli si dà. Il primo film risulta ben costruito e il profilo psicologico del personaggio, tagliato con astuzia, gli ha permesso di sopravvivere per più di vent'anni. Ma arrivati nel Terzo Millennio Stallone-Rambo rischia proprio di non convincere. Però la legge di Hollywood non perdona: Rambo continua finché il pubblico vorrà. E anche oltre. Non si può certo opporre l'attore italoamericano che è ormai da qualche anno in cerca di nuovi successi, dopo aver collezionato una serie di catastrofi milionarie, da «La vendetta di Carter» del 2000 a «Shade - Carta Vincente», del 2003. Sembra che Sly, alle perplessità di qualcuno, abbia tranquillamente risposto che lui può di certo permettersi di fare Rambo a 59 anni, se Harrison Ford sarà ancora Indiana Jones a 63. E già, perché le adulazioni per gli eterni giovani di Hollywood valgono per tutti, fino al surgelamento. Ford, simpatico attore di Chicago, tornerà, all'inizio del prossimo anno, a prendere frusta e cappello per fare felici i suoi amici Steven Spielberg (regista) e George Lucas (sceneggiatore). È anche vero che di nuovi divi non ce ne sono: nessuno ha raccolto l'eredità di Stallone e company. Quel gruppo di attori tanto bistrattato fu accusato, nel passato, quando si affacciò davanti alle cineprese, di non essere all'altezza dei divi del passato. Ford, Stallone e Schwarzenegger sono, si diceva, tecnicamente meno capaci delle star della generazione a loro immediatamente precedente: quella di Dustin Hoffman e Robert Redford. Vero, forse, ma è vero anche che nuove, giovani star non hanno preso il loro posto, lasciando importanti personaggi senza interpreti. Per la cronaca i produttori sono ancora in cerca del nuovo 007, tanto che sembrano decisi a coprire d'oro (come la ragazza

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