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Baccini? Un amico per tutta la vita «La Zanicchi mi fa venire l'ulcera»

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La ragnetta del Salento si scompone persino nelle dichiarazioni, come i due aspetti della sua personalità, tutta languore e inquietudine noir. Dolcenera ha cominciato adesso a tessere la sua tela: un disco urlato e fresco, 60 le date di un tour ancora tutto da allestire. Iva Zanicchi la accusa di calcolo e scorrettezza. Secondo la grande sconfitta, lei e Baccini avrebbero orchestrato il tutto per preparare il terreno ai dischi in uscita, per racimolare serate. La consola Loredana Bertè che, affascinata dalla sua versione di "Sei bellissima", con il primo ritornello spiazzante e sussurrato, le ha detto: «sei la figlia che non ho mai avuto». Non sarà "Un mondo perfetto", come il titolo del disco della ventottenne Emanuela Trane (questo il suo vero nome), ma il reality ha i suoi lati positivi, non importa che di Baccini resterà il ricordo di uno sguardo inebetito, né che la vita privata della corrucciata Dolcenera sia stata, per un breve lasso di tempo, al centro di una prevedibile commedia degli equivoci. «L'Università può attendere», dice la cantante a 8 esami dalla laurea in Ingegneria meccanica, mamma e papà sono avvisati. «Non sapevano neanche che fumassi, ma il trauma del passaggio dalla prigione farm alla vita normale ha appianato tutto». Allora Manu, un nuovo disco tra musica e reality. Se la sente di fare un bilancio? «Bisogna mettersi in gioco, mostrarsi nudi. Solo così la gente ti conosce e ti riconosce nelle canzoni che scrivi. In questo momento di crisi dell'industria discografica, in cui tra l'altro a farne le spese sono soprattutto le donne, la distanza tra un cantante e il suo pubblico non aiuta. Certo, il rischio del "reality" è quello di svelare i propri difetti e rendersi ridicoli». Qual è il suo peggior difetto? «Sono introversa. Il che non sempre è un difetto, ma lo diventa quando mi perdo nei miei "assolo". Intendo dire che a volte mi assento dalla realtà. Anche nella "farm" mi succedeva, ma se un discorso non mi interessa, prendo e me ne vado». Dove? «A parlare tra me e me. Ho sempre cercato di analizzarmi dentro». E cosa ha trovato? «Il mio vero punto di forza, di cui ero abbastanza certa anche prima di misurarmi con la tv». La cosiddetta faccia che buca il video? «Mi riferisco al mio istinto musicale che contagia chi mi sta vicino. Conoscevo questa mia arma di cui vado molto fiera: quando affronto le cose, provo sempre a farle mie. Con una canzone mi arrovello e mi diverto, personalizzandola. Cerco l'effetto, pur nel rispetto dell'originale». E in Baccini cosa ha trovato? «Un amico. È una questione di feeling cerebrale. Ci siamo aiutati reciprocamente, a turno siamo riusciti ad esprimerci, a tirar fuori il bello e il brutto. Se in un certo momento era lui il più debole, io dovevo per forza fare la forte: il nostro modo di comportarci è sempre in relazione a chi hai davanti. La verità è che abbiamo vissuto in un contesto innaturale. Molte emozioni subivano l'amplificazione data dalla costrizione fisica. Ora stiamo cercando di capire cosa ci fosse realmente al di là delle telecamere. Cosa prevale e cosa rimane». Allora siete rimasti in contatto? «Certo, ci telefoniamo ogni giorno. Una vicinanza necessaria. Non mi va di lasciare le cose irrisolte, né con lui, né con gli altri. Perché allontanarsi tra dissapori e contrasti dopo una convivenza di 57 giorni?». A giudicare dalle dichiarazioni della Zanicchi, non tutti sembrano pensarla come lei. «Un rigurgito fuori luogo, inaspettato. Un attacco simile dopo 15 giorni mi sembra veramente esagerato. Evidentemente quell'esperienza ha turbato anche lei, visto che ancora ne parla». Le vostre schermaglie sentimentali cominciavano a pesare? «Eravamo esasperati, ma Francesco è una persona molto divertente, non ho mai temuto di perdere il controllo o la stima che ho di lui». Amore? «Una forte amicizia e basta. Questa esperienza l'abbiamo vissuta come se fosse la realtà,

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