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STAGE BEAUTY, di Richard Eyre, con Billy Crudup, Claire Danes, Rupert Everett, Gran Bretagna, 2004.

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Poi, però, anche alle donne si permise di calcare le scene, non solo ma, per decisione del Re, si proibì agli uomini di recitare travestiti da donna. Da qui una crisi terribile di Ned: professionale, perché, abbandonato da tutti, era quasi finito in miseria; di identità perché avvezzo ad atteggiarsi a donna, anche nella vita, era incapace di comportarsi da uomo. Lieto fine, comunque, perché una sua assistente in teatro, diventata invece celebre a sua volta proprio recitando Desdemona, se lo farà trionfare al fianco adesso come Otello, risolvendo anche, o quasi, le incertezze sulla sua virilità. Alla base, un romanzo di Jeffrey Hatcher riassunto per lo schermo dal suo stesso autore e poi tradotto in immagini dal regista inglese Richard Eyre di cui si ricorderà una bella biografia di Iris Murdoch, «Iris-Un amore vero». Qui si è dilungato un po' nella rivisitazione degli ambienti teatrali secenteschi e alle frivolezze in equilibrio fra le maldicenze e il sesso degli anni della Restaurazione, ma qualche buon momento ha dimostrato di raggiungerlo nel disegno dei dilemmi sentimentali e sessuali del protagonista, pur concedendo molti spazi alle sue esibizioni scespiriane. Vi fa fronte in modo plausibile, sia come Desdemona sia come Otello, l'attore americano Billy Crudup, intento, nella versione originale, ad esprimersi con un buon accento inglese. G. L. R.

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