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Ritorno ai tempi delle Kessler costrette a usare calze pesanti

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..)e che non ammetteva annunciatrici scollacciate e ammiccanti? La tv tutta d'un pezzo di Fulvia Colombo e del mezzobusto Riccardo Paladini, del quartetto Cetra e del Musichiere, delle Kessler con le gambe coperte, in principio, da calze opache? Beh, quella tv perbenista (e però capace di sfornare fior di programmi) è evocata da due episodi avvenuti in sequenza degli ultimi due giorni. Il richiamo di Del Noce contro lo slittamento nel trash del «Ristorante» animato dalla riccioluta Clerici e i «veli» invocati da un misterioso «ispettore» durante la registrazione della prima puntata di «Starflash», il nuovo varietà di Raidue in onda questa sera, in prima serata, condotto da Jerry Calà ed Elenoire Casalegno. Insomma, toccato il punto di non ritorno nel cattivo gusto, con il duo Lecciso a chiudere l'horribilis 2004, il tubo catodico nazional-popolare potrebbe far marcia indietro, cercare misura e morigeratezza. Un sospetto alimentato appunto dal «fuori programma» di «Starflash». E a chi cerca una spiegazione di questo «indietro tutta» si possono sussurrare le voci che girano in questi giorni a viale Mazzini, ovvero che Cattaneo, direttore generale della Rai, potrebbe essere ricevuto dal Papa. Ma ecco che cosa è successo nello studio di registrazione del programma di Casalegno-Calà. Uno sconosciuto piomba tra le telecamere, scruta le ragazze in minigonna, la squadra delle figuranti che compongono il pubblico, poi esclama: «No, così non si va in video. Signorine, tutte a rivestirvi». Ovvio lo scompiglio. I macchinari si bloccano, le signorine s'affannano nella ricerca di un capo di abbigliamento più castigato, spuntano i classici jeans. Quelle poi che non trovano le «brache» vengono spedite agli ultimi posti, protette dagli schienali delle poltrone. Dunque, prima Raiuno, la rete ammiraglia della Tv di Stato, ha messo all'angolo il kitsch, come avvenuto nell'episodio Del Noce-Clerici. Poi è toccato alla seconda rete. Anche se, presentando «Starflash», il vicedirettore dell'emittente ha puntualizzato che il presunto funzionario moralizzatore era solo un costumista. Una semplice operazione di coreografia, dunque. Ma la sensazione che un vento di rinnovata sensibilità moralizzatrice soffi sui programmi di viale Mazzini resta. E torna in mente, appunto, quella tivù in bianco e nero degli esordi che imponeva alle gemelle Kessler di celare le gambe con opache, coprenti calze nere. Bella tv, specie quella firmata da Ettore Bernabei, direttore generale voluto da Fanfani, sul trono di viale Mazzini dal '61 al '74, tredici anni durante i quali perseguì l'obiettivo di fare della nostra la migliore delle tv. Ci riuscì, anche se accumulando un deficit di 16 miliardi di lire. Ecco lo «Specchio segreto» di Nanni Loy, gli sceneggiati di Sandro Bolchi, l'invenzione del meteorologo «della porta accanto», ovvero Edmondo Bernacca, «Teatro 10» con Mina e Alberto Lupo. Tutti in trance, la sera, incantati da Noschese e Baudo prima maniera, neppure nazional-popolare. E poi le prime spaccate di Raffaella Carrà. Non c'era l'Auditel, e forse per questo la tv si faceva meglio. Adesso, con la Rai trionfatrice di ascolti 2004, si può azzardare l'operazione nostalgia, il ritorno al passato, ai toni lievi? Via le risse dei talk show, via le piazzate della de Blanck & C. Chissà se c'entrano i richiami del Colle alla tv servizio pubblico; chissà se scuote il vademecum per una tv meno invadente nella vita delle famiglie diffuso appena ieri dall'arcivescovo di Firenze, Ennio Antonelli. Chissà se davvero si volta pagina.

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