Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Farrell: «Recitare è più faticoso che combattere»

default_image

  • a
  • a
  • a

Ma nessuno aveva mai portato sullo schermo la sua biografia, quella che si reputa sia più vicina alla realtà. Oliver Stone ha scelto l'attore ventottenne Colin Farrell per far rivivere in «Alexander» - film costato 155 milioni di dollari - le vicende del mitico condottiero, nella speranza che il pubblico europeo ristabilisca le sorti di un autentico flop cinematogafico, di recente condiviso dagli Americani. Il regista ha visto in Farrell lo «stesso spirito ribelle e coraggioso di Alessando». L'attore, che appare nel film con lunghi capelli biondi e ammantato da un'arrogante bellezza, ha imparato a cavalcare, ad usare spade, scudi e lance, girando quasi tutte le scene di azione più pericolose. «Alessandro era un uomo che non si sarebbe fermato davanti a niente pur di realizzare il suo sogno - ha spiegato l'attore irlandese, ieri in conferenza nell'hotel St. Regis Grand di Roma - Poteva restare nel suo bel palazzo in Macedonia e godersi tutti i privilegi del regno, ma sentiva dentro un vuoto che doveva colmare e prima di morire, a soli 33 anni, conquistò il 90 per cento del mondo allora conosciuto. Era un genio militare non privo di umanità. Stone, grazie alla consulenza dello storico oxfordiano Robin Lane Fox, ha creato un film di grande realismo. In Usa, il pubblico è scandalizzato per le scene di omosessualità, ma evidentemente non sono molto eruditi. Per vedere questo film occorre immaginare di stare in quell'epoca, liberandosi dei pregiudizi di oggi. Per la filosofia del tempo, non c'era omosessualità o bisessualità: esisteva l'Eros, l'amore, la sessualità inevitabile quando accadeva. Alessandro ed Efestione si amavano anche spiritualmente». Gli attori sono stati addestrati dal capitano Dale Dye, uno dei massimi esperti militari del cinema, per sei settimane, prima che partisse il film, girato in 94 giorni tra Marocco, Thailandia e Inghilterra. «Le battaglie erano sfiancanti, ma le scene più difficili per me sono state quelle drammatiche: richiedevano un grande investimento emotivo. Quello di Alessandro non è stato un potere corruttore, ma un biglietto verso la libertà, con il quale ha cercato di creare un mondo migliore. Però, alla fine, ha consentito che il suo potere venisse distribuito a troppe persone nel suo regno». Farrell, d'accordo con Val Kilmer - che nel film veste i panni di Filippo, padre di Alessandro - ha poi sottolineato che era fondamentale per questo eroe il rapporto con la madre Olimpia, interpretata da Angelina Jolie, l'unica a non essere presente a Roma, perchè ha preferito seguire i suoi impegni in Africa. «Sentiva che sua madre era più forte di lui, più scaltra e diabolica: Alessandro credeva nel mito dell'eroe, soprattutto in Achille. Era un grande sognatore. Anch'io amo sognare ad occhi aperti per scegliere i sogni che voglio. Ma i Greci con il termine pathos indicavano un desiderio che non cede mai e che ti fa compiere gesta impensabili».

Dai blog