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Gli effetti speciali invisibili del camaleonte Martin

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ASTUZIE DEL REGISTA

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A sessantadue anni, messi da parte gli allori, si è rimboccato le maniche e con questo «The Aviator» si è reinventato come regista. Archiviate le fastose (e costosissime) scenografie di «Gangs of New York» girato appena un paio di anni fa, Scorsese ha trovato un modo tutto suo, discreto quasi invisibile, di utilizzare gli effetti speciali e in più propone un nuovo stile espressivo, lasciando da parte la violenza sanguinaria che ha contraddistinto le sue pellicole illustrando invece scontri di potere. Scorsese si è fatto la fama di un regista che non usa effetti speciali. Con «The Aviator» ribalta questa convinzione. Per ricreare l'età d'oro di Hollywood e le emozioni dei pionieri del volo ha combinato effetti speciali classici con le più moderne tecniche digitali. «Le scene più difficili da girare - spiega Scorsese - sono state quelle aree. A queste abbiamo lavorato dall'inizio fino al completamento del film. Abbiamo creato un mix di varie tecniche lavorando dal vero, riprendendo DiCaprio in diretta su un aereo, ma abbiamo girato anche con una cabina finta. Inoltre abbiamo usato modellini e la computer grafica e tutto per 240 inquadrature». Scorsese per questo film ha voluto che lo stile visivo riflettesse le tecniche usate negli anni Trenta e Quaranta, come se fosse stato girato in quell'epoca, ma senza rinunciare alla nitidezza delle immagini moderne. È stato ricreato l'effetto del Technicolor, che non riproduceva in modo fedele i colori, ma creava quella magnificenza che ha caratterizzato un'epoca a Hollywood. E la rivoluzione del camaleonte Scorsese non si ferma qui. Nel film non c'è violenza fisica, ma scontri di potere tra affaristi e politici. «La possibilità di mostrare questa concorrenza spietata - ha spiegato Scorsese - è uno dei motivi che mi ha spinto a fare questo film». A. A.

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