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Angelo Orlando: «Attore o regista, mi piace sdoppiarmi»

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Entrambe le situazioni mi affascinano. Ho cominciato a fare l'attore. Ho scoperto poi la macchina da presa. Mi diverto, mi interessano i due mestieri, non sono del tutto scollegati. E poi le opportunità contano. A volte mi vien proposto di fare l'attore, a volte posso esercitare il ruolo di regista. Non c'è un netto confine tra fare l'attore e fare il regista». Da Salerno a Roma un viaggio lungo e difficile? «Abbastanza. Sono nato a Salerno qualche anno fa, più di qualche anno fa. Mia madre maestra elementare mio papà geometra del Corpo Forestale dello Stato. Due fratelli più piccoli. Non pensavo un giorno di essere a Roma e interessarmi del mondo dello spettacolo». Un bambino vivace? «Un bambino molto timido. Avevo molti amici. Ricordo i frequenti traslochi da un quartiere all'altro. E poi un luogo isolato del Salernitano». Ama il mare? «Sul litorale gli inverni sembravano più lunghi e più tristi. Le strade erano deserte. Durante la stagione estiva per fortuna la vitalità del luogo rifioriva e le ore, i giorni, i mesi, gli anni trascorrevano allegramente». Affascinato da chi e da cosa? «Dalle navi. Avevo voglia di fughe, sognavo viaggiare. Avrei fatto il mozzo sulle navi. Moby Dick mi affascinava. I fumetti, i disegni, le storie avventurose mi facevano andare in un mondo nuovo con tanta fantasia e tanta immaginazione». Non le piace il mondo reale? «A volte sì, a volte no». Ha studiato per fare l'attore? «Ho frequentato una scuola di recitazione. Tanta esperienza come animatore artistico». L'incontro importante? «Con Federico Fellini nel 1989. Il film "La voce della Luna". Inizio una carriera brillante. Diciassette pellicole. Un premio David di Donatello come migliore attore non protagonista. E poi appunto la regia nel 1994». E il teatro? «Sì molto teatro. Ora con "La notte di Natale". Il Natale di un uomo piccolino accanito fans di una star televisiva».

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