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SAGGIO DI FRANCESCO PUCCIO SU CARMELO ALIBERTI

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La prima è costituita dalla rigorosa esposizione del motivi per cui l'Aliberti costituisce un fenomeno singolare nel panorama della lirica contemporanea. La seconda è la struttura «anomala» del saggio, dal titolo «Carmelo Aliberti. Poeta della dialettica esistenziale», che ha due protagonisti: il poeta siciliano, ma anche un po' tutta la grande poesia moderna, da Baudelaire a Dario Bellezza e Alda Merini. L'esposizione del Puccio non è di quelle, oggi sempre più frequenti, in cui il saggista sembra gareggiare in invenzione stilistica con l'autore esaminato, e magari sovrapporsi a lui. Oggi raramente un critico accetta di limitarsi a illuminare il suo argomento. Oggi il suo lavoro spesso è pregevole più per ragioni connesse con l'arte dell'inventare linguaggio e metafore che per la funzione di chiarire l'autore indagato. Il Puccio invece è chiaro fino ad adottare strutture espositive didascaliche. Le dimensioni poetiche di Aliberti si possono misurare, nel saggio, dal fatto che lo scrittore siciliano è collocato in una nicchia precisa della storia della lirica moderna. La sua poetica, il suo impegno etico, il suo giudizio fermo e tagliente a volte, a volte pietoso, su una realtà sempre più complessa, e tuttavia anche sempre più superficiale, priva di un vero spessore morale. Non è un continuatore del processo dissolutivo stilistico, etico e ontologico delle poetiche dei decadenti. È invece uno che, pur tenendo presente la lezione dei grandi lirici moderni, si sforza di tornare a contenuti e forme culturali più vicini a una concezione classica dell'uomo e della letteratura; a una consapevolezza sostanziale del suo essere nella storia del suo tempo e nella sua Sicilia. L'Aliberti, che ha al suo attivo alcune monografie su scrittori moderni (Prisco, Tomizza, Mastronardi, Sgorlon) e alcuni libri di guida alla lettura di romanzi (Fontamara, La famiglia Ceravolo), antologie di poeti siciliani, è anche autore di una «carta poetica» in cui, assieme ad altri, elabora un disegno completo e robusto della funzione dello scrittore per il Duemila. In essa dichiara la necessità per il letterato di farsi carico delle responsabilità che riguardano il rapporto tra l'uomo e la storia del suo tempo, e di non sfuggire al recupero della ragione nella soluzione dei grandi problemi della contemporaneità. Una delle caratteristiche di Aliberti è il ritorno alla lirica di grandi dimensioni, come «Il pianto del poeta o Aiamotomea. Poeta, critico letterario, teorico della funzione della poesia e della letteratura in genere, Aliberi è dunque un letterato multiforme e protagonista di una svolta letteraria di grande momento.

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