Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«IL BLUES INTORNO A ME»

Esplora:
default_image

B. B. King dai campi di cotone agli spot attraverso la musica

  • a
  • a
  • a

È contro la mia natura rifiutare del denaro, e poi mi lusinga molto il fatto che dei colossi commerciali come la M&M's mi vogliano come testimonial o che la Budweiser usi la mia musica per reclamizzare la propria birra». Chi parla è B.B. King, maestro assoluto del blues urbano, il genere che è alla base della gran parte dei generi musicali del Novecento. A 78 anni B.B. King ha deciso che è arrivato il momento di fermarsi. Il più rappresentativo bluesman vivente è riuscito a registrare tutte le gioie e le sofferenze, piccole e grandi, che ha immagazzinato nella sua vita, a tirarle fuori e metterle su carta. Lo ha fatto in questa sapida autobiografia, uscita in inglese nel 1996, e solo ora tradotta da Stefano Focacci per Feltrinelli. Meglio tardi che mai. Già, perché storicamente il problema con i grandi bluesmen è sempre stato quello di preservare la loro cultura, l'oralità che rappresentavano, la capacità di arrivare dritti al cuore di milioni di appassionati senza beneficiare dei grandi mezzi di comunicazione, anzi, rimanendone sistematicamente emarginati. «Il mio vero nome è Riley B. King (B.B. è l'abbreviazione di Beale Blues Boy) sono nato nel Mississippi e ricordo ancora la prima volta che mio padre mi portò con sé al Delta a raccogliere il cotone. Gli davano 35 centesimi per ogni balla da 45 chili». In questo stesso modo iniziano le memorie di altre centinaia di musicisti della sua generazione, ma il futuro chitarrista era un ragazzo nero di provincia e sapeva che esisteva gente ricca al di là di quei confini di terra bruciata dal sole ma riteneva del tutto normale il fatto che i neri non potessero prendere l'autobus. Perché laggiù tutti i neri andavano a piedi. Storia di musica nera e di segregazione, di viaggi in terza classe e di gioielli ostentati, ma anche di sentimenti e di nudi fatti, seguendo sempre il filo del blues. King da giovane ha avuto le sue influenze, numerose e in alcuni casi profondissime, a partire da Djiango Reinhardt, il mitico chitarrista zgigano, a Charlie Christian e T-Bone Walker, i primi ad usare lo strumento elettrico. A proposito dei numerosi e avidi allievi che per anni e anni hanno saccheggiato i temi e gli assoli, B.B. King non mostra rancore, anzi si ritiene soddisfatto dell'apparizione nel film «Rattle and hum» tributategli dagli U2 e dell'album che Eric Clapton (forse il più celebre fra i suoi discepoli) ha voluto a tutti i costi realizzare insieme («Riding with the King»). B.B. King-David Ritz «Il blues intorno a me» Feltrinelli, 314 pagine, 11 euro

Dai blog