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IL GRANDE JAZZ ALL'AUDITORIUM DI ROMA

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Brubeck ritrova l'energiaStraordinaria esibizione con sorpresa: il clarinettista Bill Smith

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Alla fine di ottobre dello scorso anno al pubblico che gremiva la sala Santa Cecilia Brubeck era parso stanco e privo di quel mordente che aveva caratterizzato tutta la sua lunga vita professionale. Lunedì sera invece, sembrava aver ritrovato la sua foga, la sua energia, la sua grande capacità inventiva. Il Brubeck degli anni d'oro, quello di «Blue rondo a la turk» e di «Take five» del 1959 o di «Mr. Fats» del 1980. Insomma il pianista che tutti ammiriamo ed amiamo. Questo di Roma è stato il primo concerto di una mini tournée privata che toccherà oltre a Roma altre tre città, Milano, Torino e Napoli, per la gioia degli invitati di Fast Web, organizzatrice dei concerti. La società di telecomunicazioni a larga banda, ha scelto come testimonial un grande del jazz in virtù della popolarità che questa musica oggi gode presso tutti gli strati sociali. Non più musica di nicchia, ma espressione alta di manifestazione musicale entrata ormai nell'interesse di un pubblico sempre più numeroso. Assieme ai suoi partners, il sassofonista e flautista Bob Militello, il contrabbassista Michael Moore e il batterista Randy Jones, ormai tutti con barba e capelli bianchi, ha tenuto il palco senza mai un attimo di esitazione, di incertezza, di indecisione, ma al contrario con quella disinvoltura che solo i grandi professionisti posseggono. Non si era ancora seduto al pianoforte che le mani avevano già suonato i primi accordi di «On the sunny side of the street», celeberrimo tema di Dorothy Fields e Jimmy McHugh, raramente eseguito da Brubeck, che ne ha regalato una versione straordinaria, passando da tempo moderato a veloce, con stop-choruses, eseguiti nello stile dei grandi pianisti stride quali Fats Waller o James P. Johnson. Immediatamente dopo, una sua versione dell'«Elegia» di Gounod e una composizione ispirata a Chopin, vengono seguite nel silenzio più assoluto. «Mia madre - ci ha raccontato Brubeck alla fine dell'esibizione - suonava sempre Chopin e fin da piccolo questa musica ha fatto parte della mia vita». Al termine del concerto, mentre il pubblico chiedeva a gran voce il bis, Brubeck con un vero "colpo di teatro" annuncia una sorpresa. Si tratta del grande clarinettista Bill Smith, suo compagno di importanti avventure musicali, appena giunto da Seattle. Con un irruente e focoso «Take the train» questi straordinari solisti chiudono una straordinaria e forse unica esibizione.

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