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Si fa tutto a Milano Piangono le sedi Rai di Napoli e Torino

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La sede di Milano è oramai divenuta il punto di riferimento della produzione televisiva destinata a Raidue, anche per la prima serata. La decisione di decentrare nel capoluogo lombardo la seconda rete ha generato la crisi dell'intrattenimento nel centro Rai di Napoli, in cui venivano realizzate molte delle trasmissioni di prime time, tra cui «Compagni di scuola», l'appuntamento annuale con «Convention» e tutte le edizioni di «Furore». I programmi andavano in onda dall'Auditorium del centro, struttura che, a meno di decisioni dell'ultima ora, resterà vuota fino al 31 dicembre. Evento mai accaduto dal 1996, riferiscono con preoccupazione dalla sede napoletana, privata del varietà, uno dei punti di forza del centro assieme alla fiction. Si registra, invece, un notevole incremento dei programmi che sono realizzati negli studi di Milano, addirittura in surplus di produzione. Gli studi di Milano, infatti, che ospitavano tradizionalmente l'appuntamento domenicale «Quelli che il calcio», hanno prodotto, negli ultimi due anni, anche «La grande notte», trasmissione autunnale della seconda serata, il reality show «Music farm», attualmente in onda con la conduzione di Amadeus, la scorsa edizione e la prossima de «L'isola dei famosi». È stata scelta la sede Rai lombarda anche per «Nati a Milano» la striscia condotta da Giorgio Faletti sempre su Raidue e per il programma comico «Bulldozer» con Federica Panicucci ed Enrico Bertolino. La sede centrale di Roma che lavora in maniera preponderante per i palinsesti di Raiuno, conserva, attualmente, soltanto una parte della produzione di Raidue, come i programmi del mattino «Piazza grande» e la recente edizione di «Libero», con Teo Mammucari, trasmessa in seconda serata. Anche «L'Italia sul due», in onda il pomeriggio sulla seconda rete, con Monica Leofreddi, è realizzata, fin dalla prima edizione tre anni fa, a Milano. Se Napoli paventa la crisi, anche Torino lamenta grandi difficoltà per il proprio centro di produzione, mortificato rispetto a quello milanese. La struttura, infatti, è attualmente utilizzata soltanto per le trasmissioni per ragazzi come «La Melevisione», «Screen saver», in onda su Raitre, e «L'albero azzurro». Le uniche rubriche giornalistiche prodotte in loco, «Ambiente Italia» e «Leonardo» sono state sospese per le elezioni politiche. «In dieci anni - lamentano alla sede Rai torinese - i dipendenti sono scesi da 2500 a 1190, con un calo del 50% e le linee produttive, nel medesimo periodo di tempo, sono diminuite da cinque a meno di tre. Il che significa che non ci sono maestranze per la realizzazione completa di un importante prodotto televisivo». La situazione è ancora più tragica per la radiofonia. Nove studi radiofonici, attivi dal 1941, oggi attrezzati con tecnologia digitale all'avanguardia, giacciono quasi del tutto inutilizzati. A metterlo in evidenza è Luciano Cravino, responsabile del Coordinamento Comitato del Palazzo della Radio che fa notare come, invece, a Milano sia stato del 30% l'incremento della produzione radiofonica. E viene ricordato che trasmissioni come «Che tempo che fa» di Fabio Fazio, ed alcune fiction, inizialmente destinate a Torino, siano state spostate a Milano. La sede lombarda che è interessata ad una totale rivalutazione, gareggia, dunque con Roma e rappresenta, assieme alla sede Rai della Capitale, l'elemento portante del nuovo asse televisivo Nord- Centro.

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