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VENEZIA — Un festival agile e competitivo, con una sessantina di film soltanto nella selezione ufficiale ...

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Così il neodirettore Marco Müller ha presentato la 61/a Mostra del cinema di Venezia, che si aprirà l' 11 settembre con «Terminal» di Steven Spielberg. Ieri a Palazzo Querini Dubois la presentazione ufficiale, dopo il cda di martedì che, ha sottolineato il presidente Davide Croff, ha messo «la parola fine alle polemiche, risolvendo nel modo migliore la presunta incompatibilità» che qualcuno aveva temuto in rapporto al ruolo di Müller di produttore. «Mueller - ha precisato Croff - sospende la sua attivita di produttore in modo formale e sostanziale, rinunciando alle sue cariche nelle società che gli fanno capo», ossia la bolognese Downtown Pictures e la svizzera Riforma Film. A questo proposito, comunque, Müller ha anche rilevato che «dovrebbe far comodo alla Biennale che io possa tornare a fare il produttore, dato che, tale possibilità mi mette di fatto nelle condizioni di non avere nulla da perdere in un eventuale venir meno del suo incarico in Biennale». La sua è dunque di fatto una posizione di reale autonomia, che lo metteranno al riparo dalle pressioni che inevitabilmente lo attendono. Intanto però il cinquantunenne produttore e "fabbricante di festival" raccoglie la sfida offertagli da Croff, quella di fare «la più bella mostra degli ultimi dieci anni». E promette alcune prime mondiali sia dall'America che dal Giappone, molta attenzione al pubblico giovane, e una nuova attenzione al recupero sistematico (in un lavoro continuo che andrà anche oltre il festival) del patrimonio storico, con un impegno per il restauro e la riproduzione in dvd di film ormai divenuti invisibili. Tra le novità della mostra, infine, la sostituzione della sezione Controcorrente con Venezia Orizzonti, per le nuove linee di tendenza del cinema internazionale, e la reintroduzione di Venezia Mezzanotte per film ad alta spettacolarità. Un richiamo che ha anche il sapore di un omaggio ai festival di Guglielmo Biraghi nel primo caso, e a Carlo Lizzani e allo scomparso Enzo Ungari nel secondo.

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