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È sicuro: sono del suo aereo i rottami trovati al largo di Marsiglia. E torna l'ipotesi-suicidio

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45.Un aereo Lockheed P 38 «Lightning» scalda i motori e il personale a terra dà un ultimo sguardo agli impennaggi. Antoine de Saint-Exupéry, l'immancabile sigaretta a un angolo della bocca, ha già indossato la tenuta di volo e si arrampica fino alla carlinga. Le condizioni meteorologiche sono buone, non altrettanto le condizioni fisiche del pilota. Saint-Exupéry risente ancora delle gravissime ferite riportate qualche anno prima, quando è precipitato nel tentativo di aprire la linea commerciale New York—Patagonia: in Guatemala, lo hanno raccolto letteralmente con le ossa rotte. Insomma, non dovrebbe trovarsi su un campo di aviazione, in tempo di guerra. Per di più; ha 44 anni suonati. Ma l'intrepido trasvolatore che ha sfidato tante volte la morte non «marca visita», non si defila: fa parte della «France Combattente» di De Gaulle e non intende sottrarsi al suo dovere, avendo indossato la divisa della Francia Libera. Gli Alleati, dopo lo sbarco in Normandia, avvenuto il 6 giugno 1944, hanno in programma l'operazione «Dragon», che prevede, per il 15 agosto, uno sbarco sul Meridione della Francia, tra Cannes e Tolone. Il piano di volo di Saint-Exupéry (la cui fama conosce nuove vette, da quando è stato pubblicato «Piccolo principe», nel 1943) prevede una ricognizione lungo tutta la valle del Rodano, fino a Lione. Sul «Lightning» gli armieri hanno rimosso il cannoncino da venti millimetri e le quattro mitragliatrici, per far posto alle macchine fotografiche. È essenziale scoprire che cosa hanno i tedeschi nella zona, quali sono gli apprestamenti difensivi alle spalle della linea costiera. Saint-Exupéry decolla puntualmente, ma all'aeroporto di Borgo ne attendono invano il ritorno. L'allarme è subito dato e i compagni di squadriglia decollano immediatamente, per una accurata ricognizione sul mare, sperando di avvistare un battellino giallo con sopra il compagno scomparso. Qualcuno (non si sa mai) si spinge nell'entroterra, e sorvola il borgo di Cabris, vicino a Grasse, dal secolo XIII antico feudo dei conti di Saint-Exupéry che vantano i Crociati in famiglia; sotto la navata della chiesa di Agay, Antoine ha sposato la bella Consuelo Suncin. Ma, sui prati verdi della zona, nessuna traccia del «Lightning». In campo francese, la costernazione per la perdita del grande scrittore e provetto aviatore è generale; in un lampo, la notizia ha risalito l'intera scala gerarchica dei comandi, fino a De Gaulle. Come era immaginabile, a guerra conclusa cominciarono ricerche di altro genere, consultando archivi e diari di guerra della Luftwaffe, l'aviazione tedesca. Saint-Exupéry era stato abbattuto dalla caccia, dalla contraerea o si era infilato in mare a causa di un guasto? Uno spiraglio (che subito si richiuse) parve aprirsi nel 1972, con la pubblicazione di una lettera, datata 1944, nella quale il pilota da caccia tedesco Robert Heichele rivendicava l'abbattimento del «Lightning»: ma tale rivendicazione non è stata mai confermata. La Francia non ha mai smesso di onorare questo suo figlio, al punto di emettere una banconota con la sua effigie, nel cinquantesimo anniversario della scomparsa. Anche le prolungate ricerche sottomarine hanno scatenato una tempesta di critiche e di contestazioni. «Lasciatelo in fondo al mare! — è stato detto — «Che senso ha rovistare tra lamiere rugginose, per rintracciare povere ossa macerate?». Certo, il mistero si addice alla fine di Saint-Exupéry, come quella di Roald Amundsen, scomparso nell'inferno bianco del Polo Nord, o di Amelia Earthart, trasvolatrice americana, perdutasi nell'immensità del Pacifico.

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