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LA VERA alta moda, intesa come sogno, prodotto unico e irripetibile, immagine suggestiva e spettacolare, ...

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Morta, defunta, chiusa per sempre. A decretarne la fine è proprio Capucci, il 73enne stilista romano, che nel secolo della moda, più di ogni altro ha elevato ad arte la sartorialità, acclamato in tutto il mondo come il migliore e ineguagliato creatore di moda italiano. Da circa vent'anni, i suoi abiti-scultura, paragonati ad opere d'arte che trasformano i più comuni tessuti in sublimi architetture da indossare, sono esposti permanentemente nei musei più prestigiosi del mondo: dalla Galleria del Costume di Palazzo Pitti, al Museo Fortuny a Venezia; dal Victoria and Albert Museum di Londra al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Le sue personali, composte da centinaia di capi unici, hanno fatto e continuano a fare il giro dei continenti, dalla Cina all'Egitto, dagli Stati Uniti alla Francia. La prossima tappa, sarà in Italia, a Gorizia, dove Palazzo Attems, dal prossimo luglio al 2 ottobre, ospiterà una personale antologica di 120 abiti realizzati da Capucci nel suo atelier di via Gregoriana, nel corso della sua lunga carriera. Entro l'anno, sono in agenda gli Stati Uniti, con Miami, Atlanta, San Francisco e Washington, dove la mostre sosteranno per circa 40 giorni in ogni città. Nel 2005 la personale di Roberto Capucci sbarcherà a San Pietroburgo, in Russia. «Con i miei abiti ho girato tutto il mondo - ricorda Capucci nel partecipare all'evento-mostra inaugurato ieri a Roma, "I corpi invisibili: acqua e fuoco", dedicato a due suoi capolavori, "Oceano" e "Fuoco" - e ho avuto tutto quello che si può desiderare dalla vita. Ho conosciuto artisti e grandi nomi che hanno fatto la storia degli ultimi cento anni. Alla moda ho dato tutto. Sono felice di essere uscito in tempo da certi meccanismi che uccidono la creatività e l' eleganza. Io sono al di fuori di questo mondo omologato. L'alta moda in Italia non esiste più. Vorrei capire qual è la differenza tra una collezione di pret a porter griffata e una di haute couture. Mi sembra che siano uguali. Anche l'eleganza non esiste più. Le donne moderne sono in divisa, tutte uguali, mortificate da questa moda che le rende straccione, indecenti, volgari. È una cattiveria che si fa alle donne, anche se esse stesse vogliono diventare maschere terribili, gonfie di silicone come pupazze, pur di sembrare più giovani. Non capiscono che ogni età ha il proprio fascino - ammonisce Capucci - lo dico io a 73 anni dichiarati, che credo di portare bene, quasi come un vezzo, perchè sento di averne 30. Come rimpiango Silvana Mangano! Per me che l'ho conosciuta e vestita nel film di Pasolini, "Teorema", è stata la donna più elegante del mondo. Invecchiando diventò ancora più bella, quasi eterea, un sogno». A Parigi l'alta moda esiste ancora? «In Francia - risponde Capucci - il discorso è diverso. I francesi sono stati più furbi di noi. Lì esiste solo Parigi; noi abbiamo Milano, Firenze e Roma. In Francia la haute couture è ancora un simbolo di bellezza, un fiore all'occhiello, un prodotto unico. Guardate Dior, fa spettacoli grandiosi e dispendiosi, per poi vendere profumi e borse. Si fa così. Bisogna mettersi in testa che l'alta moda, se deve esistere, dev'essere come un dipinto di Caravaggio, da ammirare, come un'opera d'arte». Su quale stilista punterebbe oggi tra i giovani? «Maurizio Galante - conclude Capucci - perchè sa cos'è l'alta moda, ma è innovativo, moderno, geniale, positivo, e poi gli voglio bene come un figlio. Anche se vive a Parigi lo sento al telefono quasi ogni giorno». (nella foto Capucci con la signora Ciampi)

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