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di FRANCESCO FUSCO SANTO Versace sorride, assieme alla sorella Donatella, nella foto dedicata alla stampa.

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Già perché in ambienti solitamente bene informati sta proprio lì la chiave di volta del nuovo assetto azionario della griffe milanese che vede attualmente il capitale suddiviso fra Allegra Beck, nipote dello scomparso Gianni con il 50%, Santo con il 30 e Donatella con il 20. Se, come qualcuno ipotizza, Santo Versace non riuscisse a far fronte al bond per carenza di fondi, allora, prima del default chi lo detiene potrebbe essere tentato da un'offerta a prezzo di realizzo. E il nuovo proprietario potrebbe presentarsi con un atout in mano di prima grandezza per entrare nel capitale e nella gestione del gruppo mettendo a soqquadro l'attuale equilibrio azionario. Cento milioni costituiscono oltre un terzo dell'investito netto. Chi dei tre soci dovrebbe cedere una quota della proprietà? Santo non ci pensa proprio a fare un passo indietro. Dice che ognuno farà quello che è necessario. Ma è una decisione che spetta alla nipote e alla sorella, che insieme hanno il 70%, e che quindi potrebbero privarsi di una parte delle azioni per far entrare un nuovo socio. Nuovo socio che Santo Versace auspica possa essere puramente finanziario, e non industriale. Ma voci insistenti vogliono che ad essere interessato all'acquisto del bond sia invece Leonardo Del Vecchio, il proprietario di Luxottica, che con il figlio Claudio ha comprato la «Retail brand alliance Brooks Brothers», e che ha già versato nelle casse della griffe della Medusa 25 milioni di euro per la licenza per il marchio degli occhiali. Leonardo Del Vecchio, amico di famiglia e consigliere di amministrazione della griffe, dovrebbe avere porte spalancate, a meno che il suo ingresso diretto non prefiguri un conflitto di interessi con altre griffes di cui possiede l'esclusiva. Ma si tratta naturalmente di progetti che non potranno trovare realizzazione prima del 30 giugno, allorché Allegra Versace Beck raggiungerà la maggiore età, e oltre a poter disporre liberamente delle proprie azioni consentirà anche alla madre Donatella e allo zio Santo di affrontare ufficialmente con CreditSuisse First Boston, che ha già aperto un dossier in proposito, la possibilità di ingresso di un nuovo socio che porti denaro fresco. Già, perché l'azienda, a prescindere dal bond, in ogni caso ha bisogno di liquidità per attuare il piano di rilancio messo a punto dall'ex amministratore delegato Fabio Massimo Cacciatori, il quale una volta terminato il lavoro, dopo soli tre mesi in azienda, ha passato carte e carica al direttore generale Daniele Ballestrazzi. Gli ultimi sette anni, dalla morte cioè di Gianni, la casa della Medusa ha passato non poche traversie, aggravate da una contrazione dei mercati e dalla svalutazione del dollaro, oltre che da uno spostamento dei consumi. Secondo il nuovo piano in tre anni si dovrebbe passare da una perdita operativa di 11 milioni a un ebitda di 85 milioni nel 2006. Per far ciò occorrerebbe che il peso del mix merceologico si sposti dall'abbigliamento agli accessori almeno per il 50%, il costo del lavoro scenda del 7,8%, e che il risultato ante imposte da un profondo rosso di 25 milioni su un fatturato di poco più di 400 milioni, diventi un utile di 55 milioni su ricavi di 524. Tutti piani studiati con cura, ma prima dell'11 marzo di Madrid. Varranno ancora, o costringeranno Santo Donatella e Allegra, a cedere l'immobile della sede di via Gesù, che per la prossimità all'hotel Four Seasons potrebbe giungere a spuntare anche oltre 50 milioni di euro?

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