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Nostalgia anni '50. E le borse diventano minuscole

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Così Moschino strizza l'occhio a Coco Chanel e Iceberg fa una citazione ancora più precisa, il 1955, ovvero l'anno di incubazione della Pop Art. La passerella di Moschino è stata un ironico remake modaiolo di «Lontano dal paradiso». Ma le modelle stile Julianne Moore, con i fiocchi nelle acconciature, le scarpe decolletè arrotondate e bicolori, le borsette rosa a manico corto, le stole di pelliccia, non avevano nulla di vecchio e niente di vintage. Le collezioni di Rossela Jardini, direttore creativo del marchio, sono sempre spiritosamente attuali e anche questa non faceva eccezione: deliziosi i tailleur di sapore Chanel anche in tweed di lana e broccato, lo spolverino in tricot laminato, le gonne verde prato a balze di petali. Cappottini redingote, giacche minime, sottane-crinolina con bordi di visone, abitini di tulle e pois. E infine, perfino tante uscite «leopardate» dalla testa ai piedi, calze incluse. Iceberg rispolvera classici grafismi, i colori fluo, gli stampati. Ci sono abiti a fiori tinte pastello, trench bianchi, le gonne sono allacciate dietro come corpetti, le lunghezze non oltrepassano mai il ginocchio. Da indossare con pellicce in technicolor, come i colbacchi da zarina. Molta attenzione agli accessori, come le borse piccole come i portamonete di una volta. Dalla Prussia con ironia invece da Krizia. Mariuccia Mandelli tira fuori giacche con puliridecorazioni, marsine, giubbe, mostrine e spalline. La sua donna però è solo apparentemente severa, perché dietro ai giacconi neri o verde oro con il cappuccio, i cappotti di astrakan, i pantaloni jacquard, le bandoliere, si nasconde uno scrigno pieno di romanticismo e ironia. E aprendolo, volano fuori le gonne declinate in mille modi, a pieghe, a ruota, con tagli speciali, a pannelli. Oppure maxi mantelli da zarina, lunghi abiti da sirena, con singolari decorazioni che, da lontano, sembrano cascate di coriandoli o di brillantini, e sono invece cerchietti cromati legati con l'acciaio e cuciti sui vestiti. In prima fila ad applaudire, e a farsi fotografare, il quindicenne Arthur, figlio del ministro degli esteri francesi, Dominique de Villepin. È lui il protagonista della nuova campagna pubblicitaria per la linea Krizia Uomo. Il ragazzo studia in collegio e non vuole fare il modello: ha fatto un'eccezione, ma solo per Mariuccia Mandelli, amica di sua zia Emmanuelle de Villepin, moglie di Rodolfo De Benedetti. Infine la pelliccia. Miu Miu la usa con sobrietà, raffinati inserti su giacche con bordo manica in pelle, piccoli soffici colli sui tailleurs, bluse senza bottoni su completi pantalone in seta. Lo chic è servito. R. M.

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